domenica 28 gennaio 2024

Dimostrare l'immortalità

 

Abbiamo detto che le forze fondamentali della natura (fisiche e mentali) vanno a due a due e sono complementari, il che ci fa desumere che in origine facciano parte di una stessa unità. È come se, a un certo punto, la strada che seguiamo si biforchi e prenda due direzioni diverse. Per quanto la strada si biforchi, in realtà parte da una stessa origine e ne mantiene lo stigma. Se poi le biforcazioni si dividono a loro volta in altre biforcazioni, abbiamo presto una rete che ha un’origine unitaria. Questa rete la troviamo sia nel nostro cervello, con i neuroni e i filamenti che li connettono, sia nell’universo con i corpi celesti che sono collegati. È stata più volte osservata questa analogia, che corrisponde anche nel numero: un centinaio di miliardi.

In questo modo, tutto è collegato in una reciproca dipendenza e si è evoluto in un generale coadattamento. Quindi, se da una parte troviamo antinomie, dall’altra troviamo che sono tutte interdipendenti.

Non tutte però sono reali: alcune sono solo mentali perché non è possibile constatarne la veridicità. Per esempio, se parlo dell’antinomia Dio/Diavolo, non posso provare che sia reale. Ma se parlo dell’antinomia caldo/freddo, dolore/piacere o maschio/femmina, esse devono essere considerate reali dal momento che sono verificabili nell’esperienza.

Bisogna quindi stare attenti alla effettiva esistenza almeno di una delle due polarità – l’altra è inevitabile. Se provo piacere, devo desumere che esista il suo contrario complementare: il dolore. Se c’è una inspirazione, ci deve essere una espirazione. Se c’è il soggetto, deve esserci l’oggetto. Se c’è la vita, c’è la morte… e così via.

Questo vale anche per le antinomie più discutibili (perché conosciamo solo una polarità). Se c’è il conscio, c’è l’inconscio. Se c’è la temporaneità, c’è l’eternità. Se c’è il tutto, c’è il niente. Se c’è il pieno, c’è il vuoto. Se c’è la mortalità, c’è l’immortalità… Non si tratta di nostre fantasie: la seconda polarità esiste perché esiste ed è verificabile la prima. Semplice.

Noi non sappiamo come sia la seconda, ma deve essere uguale per realtà, e contraria per senso. La terza legge di Newton applicata a tutti i fenomeni.

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