Gigi Riva, il potente capocannoniere, “rombo di
tuono”, dal tiro micidiale, se ne è andato, tradito da una malattia di cuore.
Questo mi fa ricordare altri potenti atleti del
passato. Mi ricordo Cassius Clay, l’invincibile
pugile, ridotto a un individuo debole e tremante negli ultimi anni della sua vita.
E mi viene in mente Alain Delon, un tempo l’uomo
più bello del mondo, conquistatore di donne, ridotto a mal partito dalla
vecchiaia e dal tradimento degli eredi, che dice di voler solo morire.
Così è la vita. Possiamo essere forti e belli
quanto vogliamo, ma la vecchiaia e le malattie ci riducono a mascheroni
orribili. È come se l’uomo e la donna dovessero provare, prima di morire, l’umiliazione
di se stessi, la nientificazione del loro corpo e della loro mente. “Non sei
niente, uomo! Sei stato creato dalla polvere e nella polvere finirai!”
Se al posto dell’ombelico avessimo un bottone,
premendo il quale, si potesse sparire, pochi reggerebbero fino in fondo. Perché
la vita è quella cosa che finisce… e finisce male!
Ma non disperiamo. Se c’è la morte, c’è anche l’immortalità
– qualunque cosa sia. Se c’è il tempo, c’è l’eternità. Non in base alla fede,
ma in base al ragionamento sulle polarità antinomiche.
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