“Un'antinomia, in filosofia, è una
contraddizione tra due affermazioni o principi opposti che sembrano entrambi
validi e veritieri, ma che non possono coesistere o essere conciliati. In altre
parole, un'antinomia rappresenta una situazione in cui due proposizioni valide
si contraddicono a vicenda. Le antinomie possono presentarsi in vari ambiti
della filosofia, come ad esempio nella logica, nell'epistemologia o nell'etica.”
Ecco che cosa l’intelligenza artificiale
ritiene essere un’antinomia. Ed è l’opinione corrente. Peccato che sia
superata. Lo sbaglio sta nell’affermazione dei “principi opposti” che “non
possono coesistere o essere conciliati”.
La definizione giusta è che i due
principi non solo coesistono, ma si giustificano e si sostengono a vicenda.
Senza antinomie, ci sarebbe solo un
mondo di oggetti separati e immobili, e noi saremmo come animali che vivono di
percezioni. Invece le antinomie permettono il dinamismo del mondo e della
mente. Il mondo è antinomico, auto-contradditorio e ambivalente per assicurare
l’interdipendenza dinamica di tutte le cose, senza distinzione fra fuori e
dentro.
Insomma per conoscere un fenomeno,
dovremmo conoscere l’influenza di tutti gli altri, il che è impossibile. Ma
possiamo isolare nella massa processi antinomici particolari, dei quali stiamo
parlando. Non si tratta solo di fenomeni mentali, perché sono verificabili
dall’esperienza. Per esempio, se respiro attraverso due moti opposti
(inspirazione/espirazione o dentro/fuori), questo è dovuto a un’antinomia, a
forze antinomiche.
Se spiegare una forza significherebbe in
definitiva mostrare come sia connessa con tutte le altre, possiamo comunque
accontentarci di isolarla nel suo accoppiamento con la forza contraria. Anziché
mostrare la sua unità con il tutto, mostriamo e sperimentiamo la sua unità con
il polo opposto. Questo isola determinati fenomeni auto-contraddittori o
ambivalenti che, mentre uno dei poli lotta contro il suo opposti, ne confermano
l’esistenza.
Per esempio, l’amore prova l’esistenza
dell’odio, la vita della morte, la mortalità dell’immortalità. Nei primi due
casi, possiamo provare l’esistenza del polo opposto; nel terzo, conoscendo il
primo polo (la mortalità), possiamo inferire l’esistenza dell’opposto
(l’immortalità). L’importante è la conoscenza del primo polo e la giustezza
logica del polo antinomico.
In un certo modo, questo è un processo
creativo, in quanto fa essere l’opposto.
Siamo dunque alla forza generativa delle
cose.
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