domenica 7 gennaio 2024

L' uno e il due

 Quando dall’uno nasce il due, proprio in quell’attimo si creano il mondo e la coscienza – dove tutte le forze sono a due a due, opposte ma complementari.

Attrazione e repulsione, particelle e antiparticelle, materia e antimateria, inspirazione ed espirazione, due occhi, due braccia, due gambe, due emisferi cerebrali, due tempi (passato e futuro), due sessi, ecc.

Non esistono in natura animali con tre gambe, perché la base di ogni essere vivente è la simmetria bilaterale, che  “permette, partendo dallo zigote, di creare un individuo speculare, con le due parti del corpo (quasi) identiche (ma con funzioni complementari). Metà corpo è praticamente uguale all’altra metà e, così facendo, è impossibile che una specie possa avere un numero dispari di arti.”

Ma questa simmetria bilaterale indica qualcosa di più profondo: la complementarietà delle due parti di un individuo è un riflesso della complementarietà di tutta la natura, che presenta sempre due forze contrapposte, ma indissolubilmente unite. Un caso tipico è quello della respirazione (inspirazione/espirazione) o quella del maschio/femmina. Una forza, da sola, non potrebbe fare nulla.

Le forze devono essere a coppie, contrapposte ma complementari. Per esempio, è evidente a tutti che i sessi del maschio e della femmina sono l’uno il rovescio dell’altro. Ma da soli non potrebbero generare niente. Devono riunirsi e combaciare per dar vita a qualcosa.

Ed è così dappertutto, tanto che noi indichiamo perfino le spine, le viti, le congiunzioni o le prese come maschio o femmina.

Però si può andare più a fondo e scoprire che all’inizio il modello è unitario (anche gli uomini hanno i seni!) e che si differenza in due in un secondo momento. L’uno diventa due.

Il positivo e il negativo, il sì e il no, l’inizio e la fine, la vita e la morte, ecc., sono al principio una stessa unità che poi si differenzia. Questo ci dice perché le coppie di forze contrapposte sono parte di un unico ciclo o processo. Nel simbolo dello yang/yin le due forze sono antagoniste, ma indissolubilmente legate l’una all’altra. Questo ci spiega anche l’origine della coscienza, che cela in realtà uno sdoppiamento di forze in un unico individuo. Siamo sempre due individui in uno. Abbiamo sempre due cervelli (emisferi cerebrali).

In tal senso potremmo dire che la coscienza è in realtà una degenerazione di un’unità. E che potremmo benissimo farne a meno, se potessimo intuire direttamente.

È la coscienza che crea il mondo dualistico e il mondo dualistico plasma a sua volta la coscienza. La nostra coscienza e i nostri concetti possono definire una cosa solo in relazione a un’altra, ossia nascono in coppie uguali e contrapposte come la realtà fisica di materia e antimateria. E non poteva che essere così visto che conoscere e apparire seguono lo stesso processo di sdoppiamento di poli opposti ma complementari.

Pensate che l’universo si è sviluppato improvvisamente in meno di un secondo, producendo radiazioni e materia. E, nel giro di pochi minuti, ha prodotto i primi elementi, Poi, in una decina di minuti, si è raffreddato formando i primi neutroni ed elettroni che, dopo centinaia di milioni di anni, hanno dato vita alle stelle e alle galassie. Ma ciò che conta è che i punti che erano in contatto si sono separati a distanze talmente grandi che la luce emessa nei successivi 13,8 miliardi di anni non ha ancora avuto il tempo di viaggiare da un punto all’altro.

In questa inflazione/sdoppiamento ha avuto origine il nostro mondo, con una coscienza che nasce proprio dal dualismo/divisione delle cose

Qui arriviamo a un punto molto importante, in quanto la conoscenza può essere creativa. Ciò che conosciamo, in realtà lo creiamo. Tutti gli oggetti del nostro mondo sono creati dal processo conoscitivo. Gli ominidi che conobbero l’esigenza del primo martello o della prima ruota crearono questi due oggetti, che già esistevano ma non in quella funzione. Gli uomini che sentirono l’esigenza di volare crearono l’aereo. Gli uomini che sentirono l’esigenza dell’elettro-magnetismo o dell’energia nucleare, diedero vita a dispositivi che producevano quelle forze. Quelle cose già esistevano in natura, ma non in quella funzione.

Se non ci credete, pensate al caso limite dell’artista che crea direttamente ciò che conosce/intuisce. Non è un atto di magia, ma un atto di creazione. Una materia informe prende forma e vita, come in ogni processo creativo.

Prima c’è un’idea/immagine e poi c’è la cosa.

E il processo avviene ancora oggi, per esempio con i dispositivi elettronici. Prima l’immagine e poi la cosa.

Ma non è possibile passare direttamente dal semplice pensiero alla cosa? Nel campo degli oggetti, certamente no: ci vuole la mediazione di qualche materia. Ma nel campo degli avvenimenti, forse sì. 


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