Gli dei
e gli iddii appartengono all’infanzia delle religioni e sono talmente falsi,
inventati dall’immaginazione umana, che oggi i “divi” e i “divini” sono gli
attori, gente che finge per mestiere. Dunque, il divino appartiene al modo
delle falsità, del pensiero mitologico, delle fantasie, delle favole.
Il
mondo non ha bisogno di nessun creatore. È sorto spontaneamente, naturalmente e
va avanti da solo.
Inoltre,
se ci fosse un dio creatore, ci dovrebbe anche essere un dio distruttore. Almeno,
in Oriente, la Trimurti ha tre aspetti: il creatore (Brahma), il preservatore
(Visnù) e il distruttore (Shiva). Da noi Dio è solo bontà e amore, con il
risultato che non si sa da dove arriva il male e si è inventato una sorta di
anti-Dio maligno, Satana, il Diavolo, che tenterebbe gli uomini (evidentemente
con il consenso della sua controparte buona).
Ma per
creare questo mondo duale non c’è bisogno di nessun Dio: basta la coscienza
umana che vede tutto in termini di contrapposizione.
Dunque,
il mondo è una proiezione della mente umana, della coscienza duale, del senso
di essere, che è il vero dio di tutto ciò che vediamo e sperimentiamo.
Si
dirà: e la giustizia ultraterrena, il premio per i buoni e il castigo per i
cattivi?
Questo
riguarda solo i vivi, non lo stato anteriore all’essere, in cui sparisce la
coscienza duale. Ma non è pensabile che la contrapposizione buoni-cattivi
continui oltre il mondo. Il divino è unitario, oltre i contrasti.
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