lunedì 22 maggio 2023

La condizione umana

 

La vita incomincia male (il doloroso parto) e finisce peggio (la dolorosa morte). Sempre violenza, sempre sangue, sempre lacrime e altre secrezioni del corpo.

Del resto, anche chi ha scritto i “libri sacri” nel mondo se ne è accorto. E, allora, ecco il mito del peccato originale, della caduta dal paradiso terrestre, della degenerazione di una fantastica età dell’oro…

“Tu, donna, partorirai con dolore. E tu, uomo, faticherai con il sudore della fronte!”

Incominciamo male…

Ma che cosa aspettarsi da un mondo che nasce dal nulla con una enorme esplosione? Niente di buono; soprattutto violenza, contrasto e guerra.

E, infatti, siamo ancora qui a far guerre, a uccidere o a farci uccidere.

Certo, quando un fiore sboccia, è bello. Ma subito dopo deve appassire.

La vita è in questo intervallo, tra uno sbocciare e un appassire, pieno di poche cose buone e di molte cose cattive.

Un mondo che nasce già così non può che essere una realtà inferiore, priva di una vera consistenza ( perché dura poco). Ciò che non dura non può che essere un’illusione.

I credenti dicono che Dio si è manifestato più volte e tanti sono stati i profeti che hanno cercato di cambiare le cose. Ma con che risultato? Loro e i loro dei sono spariti e il mondo non è cambiato.

Tutto succede spontaneamente, “naturalmente”, da sé; e noi non abbiamo nessun controllo. Possiamo decidere poche cose nel mondo; ma che controllo abbiamo sull’universo? Siamo fuscelli sballottati dal vento cosmico.

Quando una persona muore, diciamo che se ne è andata. Ma, semplicemente, si è dissolta una maschera, uno che si credeva di essere arrivato chissà dove e di essere chissà chi.

È talmente grande la presunzione e l’illusione di essere che ci affatichiamo per costruire case, carriere, famiglie, eredi, pur sapendo che di noi non resteranno che sbiadite fotografie e che dovremo abbandonare tutto.

È proprio questa consapevolezza angosciosa che sta alla base della sensazione di esistere. Sappiamo che siamo impermanenti, destinati a morire.

È per questo che ci diamo tanto da fare e non stiamo mai fermi: cerchiamo di vivere, di amare, di arricchirci, di riprodurci e di essere potenti il più possibile. Ma è una corsa disperata contro il tempo, inseguiti sempre da una belva feroce, la morte.

La verità è che ciò che è irreale, un’illusione, finirà inevitabilmente per scomparire.

Quando ci rendiamo conto di questa verità o perdiamo interesse per la vita stessa o ci accaniamo ancora di più a vivere. Ma più di tanto non possiamo fare. Alla fine moriremo lo stesso.

Tanto vale contare sul testimone di questa consapevolezza, che è  l’osservatore per il quale è fatto tutto questo spettacolo. Forse lui non morirà, ma, conosciuta la verità, non avrà più il desiderio di vivere e si dilaterà a comprendere tutto.

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