Se non crediamo a qualche religione infantile,
con i suoi dei e i suoi paradisi-inferni, diciamo che dopo la morte non c’è più
nulla – o c’è il nulla. Ma questo nulla, lungi da essere un annullamento, è lo
stato originario da cui siamo emersi - uno stato dove non c’era il conoscere.
Il conoscere, con il suo sdoppiamento
soggetto-oggetto, appartiene al mondo, non allo stato precedente. Che noi
riteniamo il nulla, perché non possiamo conoscerlo con la solita mente.
Ma proprio l’impossibilità di conoscerlo
dimostra la sua presenza, il cui riflesso mondano è l’attuale presenza mentale,
il senso di essere, l’io sono.
Senza l’inconoscibile, non potrebbe esserci il
conoscibile.
Con la differenza che il conoscibile è
temporaneo e sostanzialmente falso, mentre l’inconoscibili è fuori dal tempo e
dunque stabile realtà-verità.
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