giovedì 4 maggio 2023

Il "dono" della vita

 

Se aveste saputo che sareste finiti nell’utero di vostra madre, sareste stati contenti? Purtroppo nessuno vi ha detto niente. La cosa è avvenuta spontaneamente: non c’è stata una conoscenza precedente da parte vostra. Vi hanno tirato in questa esistenza senza il vostro consenso. Non siete stati liberi di accettare o rifiutare. Ora, dovete vivere, volenti e nolenti.

Vi diranno che è stato un Dio a crearvi. Ma la situazione non cambia: non c’è stato il “consenso informato”. Vi hanno catapultato in questo mondo – e subito vi siete messi a piangere.

Direte: è stato un dono, una fortuna. Ne siete sicuri? E quelli che sono nati già malati o portatori di handicap o senza coscienza o inabili a vivere o sono morti subito? Cos’è stato; un errore di Dio? Una trascurabile perdita, come nelle guerre?

E poi il “dono” va valutato quando siete vecchi, magari malati, senza forze e sapete che dovete abbandonare tutto. E forse siete contenti, perché non ne potete più.

Allora non pensate più alla bellezza del vivere, ma a una natura che fa le cose senza tanto curarsi delle conseguenze. Una natura che per vivere alcuni ne fa morire altri. Spontaneamente, naturalmente, appunto.

Nessuna programmazione, nessun disegno divino, ma il puro caso. Se la va la va, altrimenti chi se ne frega? Così avvengono le cose.

Ma gli uomini non riflettono. Accettano le incredibili spiegazioni delle religioni, fondate su teorie o emozioni irrazionali. Qualcuno se ne convince tanto che si immola o fa apparire sul proprio corpo segni di una crocifissione che non possono aver conosciuto, ma solo immaginato.

A tanto porta il convincimento, la forza del pensiero. Ripetono come pappagalli teorie che non possono verificare, ma con cui si identificano.

In realtà, non hanno fatto nessun progresso spirituale. Si sono semplicemente identificati con un individuo immaginario. Ma a che cosa è servito? Un individuo si è identificato con un altro individuo? E allora?

Invece, per conoscere la realtà, non ci si deve identificare con qualcuno. Ci si deve liberare proprio di ogni identificazione.

La liberazione consiste nello sbarazzarsi dell’idea di essere un individuo autonomo. Si deve recedere allo stato che c’era prima di essere un individuo, prima di nascere.

Non eravate un corpo, non eravate una mente, non eravate la coscienza, non eravate  nulla, non eravate nello spazio-tempo, non eravate nati… Eravate in uno stato originale che non è concepibile con i normali concetti duali. Perché è unitario.

Le persone venerano gli Dei e sognano i paradisi. Ma si tratta solo di concetti della nostra mente, pure e semplici immaginazioni.

Se però non gettate via tutti i concetti, non potrete avvicinarvi alla realtà, per la quale tutto è infinito.

Non c’è la morte e non c’è neppure la nascita, nella realtà.

Quando una goccia d’acqua evapora, non puoi dire che è morta. Piuttosto è diventata infinita. Senza bisogno di Dei.

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