martedì 9 maggio 2023

Quello

 

Potete anche chiamarlo Dio, Cristo, Krishna, Rama, Brahman, Allah, Jahvè,  Eloin, Uno, Assoluto, Trascendenza, Sorgente, Origine, Fonte, Totalità o come volete, ma la situazione non cambia. Si tratta sempre di Quello, qualcosa che non può essere definito, ma che sta alla nostra base.

Il problema è che noi vorremmo conoscere attraverso i nostri concetti e le nostre parole duali ciò che è al di là di concetti e parole, ciò che è unitario. Quello che non dovremmo fare è attribuirgli volontà, comandamenti, principi, leggi sacre, credo, dogmi e religioni. Perché Quello è al di fuori di tutto questo.

Le religioni sono in tal senso grandi falsificazioni. Attribuiscono principi morali e disegni a un Dio che è al di là d’ogni dualismo bene-male e buono-cattivo. Vogliono che Dio ragioni con la nostra stessa mente e i nostri valori.

Un’altra cosa da non pensare è che Dio sia una Persona, mentre è uno stato.

È lo stato che c’era prima della nostra nascita e che ci sarà dopo la nostra morte. E non si può pregare come un’altra cosa da Sé. Ma è il proprio Sé, la propria vera identità. Che non è un normale io, ma l’insieme delle cose.

In tal senso è anche noi. Cioè noi siamo Dio. Siamo Dio ma non lo sappiamo. Siamo un Dio che si è malauguratamente limitato e identificato con un corpo e una mente: ecco perché non capisce più chi è.

Si è formata una coscienza che sa sempre di essere, ma che non sa da dove è saltata fuori. In realtà è una degenerazione, una spaccatura dell’unità originale, che è al di là anche del dualismo coscienza/non coscienza, essere/non essere.

Alla morte ritroveremo l’unità e la coincidenza soggetto/oggetto, io/l’altro.

Per ora siamo nel mondo della coscienza dove dobbiamo lavorare e darci da fare, sempre con una certa sofferenza.

Quando però scopriamo – o qualcuno ci rivela – che la radice di ogni problema è proprio la nostra coscienza infelice e desiderante e che tutto ciò che conosciamo e sperimentiamo è uno spettacolo triste-allegro, amaro-dolce, buono-cattivo come un sogno o un’illusione, allora incominciamo a percorrere la giusta strada e usciamo dall’infantilismo delle religioni.

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