Potete anche chiamarlo Dio, Cristo, Krishna,
Rama, Brahman, Allah, Jahvè, Eloin, Uno,
Assoluto, Trascendenza, Sorgente, Origine, Fonte, Totalità o come volete, ma la
situazione non cambia. Si tratta sempre di Quello, qualcosa che non può essere
definito, ma che sta alla nostra base.
Il problema è che noi vorremmo conoscere
attraverso i nostri concetti e le nostre parole duali ciò che è al di là di
concetti e parole, ciò che è unitario. Quello che non dovremmo fare è
attribuirgli volontà, comandamenti, principi, leggi sacre, credo, dogmi e
religioni. Perché Quello è al di fuori di tutto questo.
Le religioni sono in tal senso grandi
falsificazioni. Attribuiscono principi morali e disegni a un Dio che è al di là
d’ogni dualismo bene-male e buono-cattivo. Vogliono che Dio ragioni con la
nostra stessa mente e i nostri valori.
Un’altra cosa da non pensare è che Dio sia una
Persona, mentre è uno stato.
È lo stato che c’era prima della nostra
nascita e che ci sarà dopo la nostra morte. E non si può pregare come un’altra cosa
da Sé. Ma è il proprio Sé, la propria vera identità. Che non è un normale io,
ma l’insieme delle cose.
In tal senso è anche noi. Cioè noi siamo Dio.
Siamo Dio ma non lo sappiamo. Siamo un Dio che si è malauguratamente limitato e
identificato con un corpo e una mente: ecco perché non capisce più chi è.
Si è formata una coscienza che sa sempre di
essere, ma che non sa da dove è saltata fuori. In realtà è una degenerazione,
una spaccatura dell’unità originale, che è al di là anche del dualismo
coscienza/non coscienza, essere/non essere.
Alla morte ritroveremo l’unità e la coincidenza
soggetto/oggetto, io/l’altro.
Per ora siamo nel mondo della coscienza dove
dobbiamo lavorare e darci da fare, sempre con una certa sofferenza.
Quando però scopriamo – o qualcuno ci rivela –
che la radice di ogni problema è proprio la nostra coscienza infelice e
desiderante e che tutto ciò che conosciamo e sperimentiamo è uno spettacolo
triste-allegro, amaro-dolce, buono-cattivo come un sogno o un’illusione, allora
incominciamo a percorrere la giusta strada e usciamo dall’infantilismo delle
religioni.
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