domenica 28 maggio 2023

Come lische di pesce

 

Nessuno è insostituibile, o, se preferite, nessuno conta nulla. Anche i potenti del mondo, anche gli alti papaveri che si credono chissà chi, ma che finiranno come il più miserabile degli uomini.

Per la vita siamo semplici mattoncini intercambiabili, anche se noi ci crediamo tutti unici.

Però noi non ci stiamo. E cerchiamo di utilizzare la vita per il meglio (che non si sa cosa sia), affermando il nostro io.

Prendere, afferrare, conquistare, rubare, lavorare, faticare, godere, riprodurci, fare più danni possibili… per lasciare un segno del nostro passaggio. Perché sappiamo tutti che alla fine dovremo sparire e che, entro due generazioni, il mondo ci avrà dimenticato. Come se non fossimo mai vissuti. O, al massimo, se siamo stati importanti, rimarrà un nome sui libri di storia.

Ma quando guardo certe foto ingiallite dei miei nonni, so che nessuno, tra poco, saprà più chi sono stati.

Allora è una gara tra la vita e noi: la vita ci utilizza come mattoncini per la sua continuità e noi cerchiamo di utilizzarla per arraffare il più possibile.

Ma alla fine sappiamo chi vincerà. Il grande nulla.

Così ci inventiamo anime eterne, paradisi e Iddii che ci salvano dalla morte, facendo un lavoro che si potevano risparmiare visto che dovremmo già essere immortali. Il tutto appare un gioco stupido, un processo inutile per arrivare là dove eravamo già, un circolo vizioso, ripetitivo.

Nel frattempo, noi cerchiamo di divorare la vita. E la vita divora noi, sputandoci come lische di pesce.

 

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