mercoledì 1 ottobre 2025

Arte e verità per Nietsche

Forse, più che cercare la verità, dobbiamo crearla come si crea un'opera d' arte. E di oggettivo non c' è niente. Per esempio, Nietzsche ha riflettuto moltissimo sul rapporto fra arte e verità, e anche se nei suoi scritti questo tema cambia di tono,  rimane sempre centrale. 



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1. L’origine artistica della verità


In testi come Su verità e menzogna in senso extramorale (1873), Nietzsche sostiene che ciò che chiamiamo "verità" non è un dato oggettivo, ma una metafora stabilizzata.


Il linguaggio crea immagini e concetti, e questi col tempo perdono la loro origine metaforica e vengono presi per realtà.


Dunque la “verità” è in realtà una invenzione poetica/artistica che abbiamo dimenticato essere tale.




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2. Arte come illusione necessaria


Nella Nascita della tragedia (1872), Nietzsche vede l’arte come illusione vitale: grazie all’arte (soprattutto la tragedia greca) l’uomo può sopportare l’assurdità e la durezza della vita.


L’arte non è al servizio della verità, ma al contrario: la verità nuda è insopportabile, e solo l’arte rende possibile viverla, mascherandola o trasfigurandola.




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3. Arte contro verità assoluta


Nietzsche critica la tradizione filosofica platonico-cristiana che ha contrapposto verità e apparenza, svalutando il mondo sensibile.


Per lui, l’arte non è un’illusione da smascherare, ma una forza creatrice che vale più della ricerca di una verità assoluta.


Celebre la sua frase: “Abbiamo l’arte per non perire della verità” (Crepuscolo degli idoli).




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4. Verità come prospettiva, arte come creazione


In opere mature come Al di là del bene e del male e Genealogia della morale, la verità viene vista come interpretazione prospettica.


L’arte diventa un modello per la filosofia: il pensatore non deve scoprire “la” verità, ma creare nuove prospettive, come un artista inventa forme.




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📌 In sintesi:

Per Nietzsche la verità non è scoperta ma invenzione artistica; l’arte non è un inganno opposto al vero, ma la condizione vitale che rende la vita sopportabile e, allo stesso tempo, l’esempio supremo di come l’uomo possa creare mondi di senso.




 

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