Un lettore mi scrive chiedendomi se non avesse ragione Nisargadatta a
dire che ogni spiritualità è un crimine. Nel senso che è una presa in giro, una
falsificazione, un far credere a cose inesistenti, venendo incontro ai desideri
degli uomini ingenui.
E io ho risposto:
Più che altro, è una truffa organizzata, tant'è vero che le religioni
sono ricche.
La truffa è ben congegnata, perché nessuno può tornare a dire:
"Mi avete imbrogliato!"
La verità è che il divino è dentro di noi e quindi non c'è bisogno di
nessun mediatore, di nessuna chiesa.
Chi ci salva è dentro di noi, non qualcuno che viene dall'esterno.
Purtroppo gli esseri umani sono così alienati, così infelici, così
condizionati che si attaccano a qualunque presunto santone. Sono così abituati
ad avere un padrone sulla Terra che vorrebbero averne uno in campo religioso e anche
in cielo. Poveretti. E così perpetuano la loro schiavitù.
Incapaci di pensare con la propria testa, si affidano ingenuamente a ipocriti
maestri che promettono resurrezioni e paradisi puramente immaginari… in cambio
però di soldi e obbedienza.
Basta sottomettersi, adorare statue, simboli, pietre o personaggi del
passato, pagare decime, fare offerte, eseguire rituali, fare donazioni e conformarsi a
determinati principi o dogmi. Se non lo fanno, per loro è pronto la scomunica o
l’inferno.
È così che le spiritualità e le religioni organizzate acquistano
potere, si trasformano in organizzazioni per il consenso sociale e politico, e
continuano a imporre il loro dominio sulle coscienze.
Tutte si basano sulla paura della morte, sul desiderio di avere un’altra
esistenza e sul condizionamento della coscienza che, invece, è ciò che dovrebbe
essere decondizionato per ottenere una vera liberazione.
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