Diciamo la verità: nessuno ci ha mai chiesto se volessimo nascere (qualcuno
avrebbe potuto rispondere di no). Siamo stati catapultati in un ambiente
violento e ci siamo subito messi a piangere. Eravamo in un ventre più o meno
protetto e ci hanno espulso a forza (da cui tutti i miti del paradiso perduto).
Poi ci sono voluti anni di pianti, disturbi, malattie, sofferenze e completa
dipendenza per arrivare a possedere un minimo di coscienza e di autonomia.
Infine è cominciata la vita coercitiva della scuola e dell’educazione. Quindi
la guerra della vita adulta.
I nostri genitori ci hanno messi al mondo unendosi sessualmente non si
sa se per amore o per libidine. Ma neppure loro hanno potuto sceglierci. Non
sapevano chi mettevano al mondo: un
bambino, ma quale? Insomma, a casaccio.
E così siamo nati noi… non per un atto di consapevolezza, ma per un
atto di inconsapevolezza, dominato dagli istinti più primitivi.
È inevitabile che ci si senta spaesati. Da dove veniamo? Chi siamo? A un certo punto della nostra crescita, ci vengono molti dubbi e ci domandiamo chi siano i nostri veri genitori. E se fossimo stati adottati? E se ci fossimo reincarnati? E se fossimo angeli decaduti? E se fossimo stati creati da un dio? E se venissimo da un altro pianeta? Insomma, ci sentiamo estranei.
In più, a poco a poco si affaccia il pensiero della morte. Dopo tutto
quello che dobbiamo dovuto subire, dobbiamo anche svanire nel nulla. Le
religioni campano sulla speranza che ci sia un’altra vita e tutte, per
affermare il loro potere, dicono che bisogna seguire certi rituali, certi sacramenti
e certi comportamenti, secondo i loro dettami.
Ma, per raggiungere la verità-realtà, non c’è bisogno di alcun
mediatore. O c’è o non c’è.
L’unico punto da cui partire non possono essere i miti religiosi, ma
la nostra presenza conscia.
È questa presenza ci dà il senso di esistere.
Siamo condizionati a ritenerci un’unità psicosomatica, un’entità
corpo-mente, finita, temporanea, che un giorno se ne andrà. Ma che cosa c’era
prima e dopo?
Finita la coscienza conscia, ci troveremo in uno stato di assenza… di
tutti i fenomeni psico-fisici. Per la nostra ragione, questo è il nulla. Ma, come
ho già detto, il nulla assoluto non può esistere – proprio perché è privo di
tutti gli attributi, fra cui l’esistenza.
Allora, qualcosa continua a esistere. Ed è il nostro stato originario –
uno stato di completezza, di assenza di bisogni, da cui siamo stati strappati
diventando consapevoli.
Ma lo stato senza presenza conscia significa… assoluta consapevolezza,
assoluta coincidenza (non più dualismo), completa identità.
Ecco chi siamo.
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