giovedì 27 aprile 2023

La malattia dell'uomo

 

“L’uomo è un animale malato” diceva Nietzsche.

Sì, ma non perché ha smarrito i suoi istinti (ne è ancora dipendente), bensì perché è malato di mente.

Si crede un ente separato, autonomo, dotato di libero arbitrio, consapevole, creato e protetto da qualche dio che risiede… nei cieli.

Ma non è così. È in preda ha un’aggressività feroce, ha coscienza ma non consapevolezza, è un burattino delle forze cosmiche, non decide quasi niente nella sua esistenza e non è protetto da nessuno.

Come tutti i malati di mente, si crede di essere quel che non è e crede di vedere cose reali, mentre vede solo concetti e immagini della sua mente.

Questa sua illusione lo spinge a sopportare anche la più orribile delle esistenze, credendo che sia un dono o una fortuna. Mentre è una condanna.

In fondo, la vita è la malattia di un povero alienato che non è in sé e non comprende il suo reale stato.

2 commenti:

  1. Questa e' la sede giusta per parlare di meditazione, il blog si intitola religione e meditazione. Come sempre la ringrazio per quello che scrive e che appare sempre nuovo e quindi regala spunti di riflessione. Volevo semplicemente osservare che in questi giorni a proposito di meditazione, un famoso psico analista, psichiatra, nonche' autore di libri eccetera, ha plebisciitato la meditazione religiosa, affermando senza dubbi che questa e' l'unica meditazione possibile affinche' si sfondino le barriere del divino, In poche parole devi rivolgerti a qualcuno dall'altra parte se vuoi ottenere qualcosa. Ma proprio questo voler ottenere non e' come diceva Krishnamurti l'opposto della meditazione?

    RispondiElimina
  2. Sì, è quando ti liberi d'ogni idea e volontà di ottenimento che ti avvicini alla meditazione, che è annullare la dualità, qualsiasi dualità, anche quella tra l'io e Dio. Dio non è altro da noi, ma la nostra vera identità. Siamo il divino alienato, che ha perso la propria unità ed è fuori di sé. Bisogna rientrare in sé, non però con uno sforzo ma perché si comprende la propria vera identità.

    RispondiElimina