Se credete di poter essere solo felici senza
essere anche infelici, vi sbagliate
di grosso. Questa è l’illusione primaria degli uomini, anzi di tutti gli esseri
viventi, che si limitano a farsi spingere dalla forza della vita.
La vita inganna.
Alla vita non importa nulla se siete felici o
infelici, anche se sa che deve darvi qualche zuccherino (il sesso, l’amore…)
per farvi accettare qualcosa di insopportabile. La vita è spinta da una volontà
di auto-affermazione che non si fa scoraggiare da nulla. Anche in mezzo o per
mezzo delle violenze, delle guerre e dei cataclismi, non si arrende, cerca
sempre di sopravvivere.
Non si cura però degli individui i quali sono per
lei solo mezzi di riproduzione che, una volta esaurito il loro compito, non
servono più e possono essere spazzati via.
La vita si afferma attraverso il contrasto
dinamico, e questo è il motivo per cui gli esseri viventi sono sempre in guerra
fra loro. O si mangia o si è mangiati; non è possibile nessuna pace duratura.
La vita è potenza megalomane di essere, delirio
di onnipotenza.
Se perciò c’è sempre guerra, la colpa non è di
qualche fantomatico peccato originale, ma è un fattore strutturale.
Purtroppo gli uomini non riflettono e si
illudono di poterla fare franca, di essere risparmiati dal dolore, di essere
protetti da qualche dio.
Senza questa illusione, non ci sarebbe la vita.
Questa è la forza della vita, che in Oriente si chiama Maya: la dea che inganna.
Però l’illusione primaria non è solo quella di
poter essere sempre o durevolmente felici, ma quella di far credere agli
individui di essere qualcosa di concreto, solido, durevole, isolato, separato,
autonomo e indipendente. Mentre sono solo burattini, apparizioni effimere,
esseri immaginari, immagini di sogno, senza nessuna consistenza.
La prova? Quelle entità scompaiono con la
morte, corpo e mente.
In conclusione, felicità e infelicità sono due
gemelli inseparabili: non puoi scegliere l’uno e scartare l’altro.
Questo deve essere ben chiaro, altrimenti la
delusione sarà atroce.
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