Se ti do un bicchiere d’acqua e ti rivelo che
contiene un veleno che ti ucciderà in tre giorni, sarai assalito da paura,
ansia e angoscia. Se poi ti dico che è stato tutto uno scherzo, ti sentirai
sollevato e felice.
Di fatto, non è accaduto niente. Ma la tua
mente ti ha portato in un mondo immaginario, facendoti prima soffrire e poi gioire.
L’immaginario, il mentale, conta dunque
moltissimo. Spesso le nostre esperienze dipendono più da ciò che pensiamo che
da cose “reali”.
Ma la realtà qual è? Il nostro mondo non è in
gran parte determinato dai nostri stati mentali? La nostra esistenza non è in
gran parte precostituita dalla coscienza?
Che cosa decidiamo veramente? Non ci hanno
certo chiesto di nascere – e di nascere con un certo carattere e in una certa
famiglia e in un certo tempo. In compenso sappiamo che dovremo morire, e anche
questo ci è stato imposto.
Siamo vuoti a perdere con una scadenza
prefissata. E vediamo solo immagini di immagini. Il mito della caverna di
Platone ci dice chiaramente che siamo prigionieri che vedono solo ombre.
Ma, se riconosci l’illusione di cui siamo prigionieri,
siamo già sul punto di uscirne. Se invece scambiamo le ombre per cose reali,
non possiamo comprendere e liberarci.
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