Più che di verità dovremmo parlare di verità-realtà, perché ciò che
cerchiamo deve corrispondere a qualcosa di reale. Invece, quando noi esprimiamo
una verità, ne facciamo un concetto, e nessun concetto può cogliere la realtà.
Per esempio, se dico: “Sono seduto su una sedia” esprimo un concetto, ma ciò
che ha colto questa semplice verità-realtà è già avvenuto prima – stando seduto
su una sedia. È stata la percezione diretta, immediata e intuitiva. La mente
poi elabora un concetto, ma il fatto è già avvenuto.
Quindi la mente, che vuole esprimere e comunicare qualcosa, non è più
l’esperienza diretta, ma una specie di traduzione in un linguaggio altro. Se
per esempio traduco un testo dal cinese, il risultato sarà un’interpretazione,
non più l’originale.
Se poi intendo cogliere me stesso, la mia identità, l’espressione
concettuale non può comunicare l’originale, ma è un semplice concetto. Provate
a cogliere il vostro stesso essere – non ci riuscirete mai. È come tradotto in
un’altra lingua, anzi trasformato in un’altra cosa: un oggetto. Il soggetto
viene trasformato in un oggetto.
Potrete esprimere mille interpretazioni e spiegazioni, ma non vi
daranno mai la prima esperienza. Che è già passata o perduta.
Il fatto è che la prima esperienza è un’identificazione diretta,
unitaria, mentre l’espressione deve per forza essere duale.
Il dualismo della mente falsifica tutto e non ci dà degli originali,
ma dei facsimili. Come esprimere una dimensione (per esempio) tridimensionale
con uno strumento bidimensionale? Come esprimere una dimensione unitaria con
una dimensione binaria?
Ora, il problema è che cerchiamo di cogliere la nostra ombra o la
nostra coda (se fossimo cani): quando ci spostiamo, anche lei si allontana.
Nel nostro caso, cerchiamo di cogliere ciò che c’era prima del nostro senso di essere. Noi ci
chiediamo che cosa esistesse o ci fosse prima. Applichiamo un concetto di
esistenza a ciò che è al di là tanto dell’esistere quanto del non esistere.
Ecco che cosa c’era prima.
Esistere o essere significa entrare nello spazio-tempo e quindi essere
limitati dalla morte. Ma, dopo la scomparsa del corpo e della mente, si entra
in una dimensione senza inizio e senza fine, mai nata e mai morta. Questa è la
verità-realtà.
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