martedì 25 aprile 2023

La porta

 

Non diciamo “sto per essere”, ma “io sono”: il che significa che tutto avviene spontaneamente, senza che ne siamo consapevoli.

Nell’Assoluto appare un’increspatura, che è l’ “io sono”: quindi appare la coscienza, con lo spazio-tempo, il dualismo, il mondo, ecc.

Prima non c’era.

Questa sensazione di essere è in tutti gli esseri, seppur a livelli differenti. E con essa incomincia la frammentazione, la moltiplicazione, la differenziazione, il piacere e il disagio. Un traboccare, un’emanazione, come la luce del sole.

La luce appare perché c’è il sole, ma il sole senza luce non è il sole.

Dove si situa da quel momento l’Origine?

Rimane lì dov’era, senza nascita e senza morte, ma anche nella forza della vita, nell’ “io sono”, nel principio interiore di tutti.

Ecco perché è necessario, per ritornare alla Fonte, risalire al senso dell’ “io sono”. Quella è la porta.

L’ “io sono” è un’interfaccia fra due dimensioni: la coscienza normale e la consapevolezza assoluta, la differenziazione e la coincidenza.

Possiamo conoscere solo ciò che è diverso da noi, da qui il dualismo. Quindi non possiamo conoscere con la mente razionale noi stessi. Quello che conosciamo è un corpo-mente-coscienza che esiste nello spazio-tempo, ma  non lo stato precedente.

Il mondo nasce nella e dalla violenza (big bang, un’esplosione apocalittica), continua nella violenza (contese, guerre, contrapposizioni, competizioni, rivalità…) e finisce nella violenza (morte). Voi credete possibile che sia stato creato da un dio buono?

Molti credono che la morte sia andare in un altro posto: da qui a là. Ma così ci sarebbe ancora uno spazio-tempo, il dualismo, ecc.

Quando entri in un sogno, vai forse in qualche luogo concreto?

Stabilizzati nello stato precedente all’esistenza, che è sempre qui e ora.

 

 

Nessun commento:

Posta un commento