Pochi hanno riflettuto sul fatto che
Gesù era un laico, non un sacerdote. Eppure alla sua epoca non mancavano i
sacerdoti. Per esempio, nella parabola del buon samaritano, la prima persona
che passa indifferente è proprio un sacerdote, a riprova della considerazione
che Gesù aveva di questa categoria di persone “religiose”.
E, quindi, uno dei tanti tradimenti da
parte dei suoi seguaci è aver voluto una Chiesa di sacerdoti.
Non è che Gesù predichi male. Tutto
sommato ha centrato il problema: diminuire la violenza sulla Terra.
Semplicemente non ha i mezzi per farlo. Non basta pregare o invocare Dio. Gli manca l’idea che
occorra uno sviluppo della consapevolezza umana. Non saranno le invocazioni, i
precetti e le buone intenzioni a diminuire l’aggressività. Che, oltretutto, è
una di quelle leggi basilari che tengono in piedi il mondo e che, per chi crede
in Dio, è da lì che vengono.
Insomma, Gesù s’illudeva che il Padre
sarebbe cambiato e sarebbe intervenuto a mitigare se stesso e la natura.
Il paradosso è che lui stesso viene
ucciso da quella violenza da quel Padre che era venuto a rabbonire.
Come dire che nessuno ce la fa a cambiare
la natura umana e le leggi della violenza (di origine divina). E, quanto all’aumento
della consapevolezza, ci vuol ben altro che qualche predica.
Venuto per combattere la violenza, ne
resta vittima. E capisce all’ultimo che il “Padre” lo ha abbandonato.
Ma forse era lui che si era illuso
sulla natura di quel “Padre”.
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