venerdì 14 gennaio 2022

Mordere la vita

 

Tutti siamo affamati di percezioni, sensazioni, sentimenti ed emozioni, ma tutti cerchiamo di eliminare quelle negative e trovare quelle positive. E, a volte, la distinzione non è chiara. L’ansia, per esempio, è uno stato d’animo che non vorremmo provare, però è impossibile cancellarla anche dalle esperienze positive, per esempio dall’amore. Del resto, gli scienziati ci dicono che un po’ d’ansia fa bene, ci tiene vivi.

È una questione di misura.

Ma nessuno vorrebbe provare angoscia, paura, rabbia, odio, ecc. – eppure, dato il carattere dialettico dell’esperienza, non possiamo eliminarle o farne a meno.

Ci sono dunque emozioni negative ed emozioni positive. Ci sono sensazioni confuse e stressanti, e ci sono sensazioni di calma e di pace.

In meditazione cerchiamo di affinare le emozioni in modo da acquietare l’intero nostro organismo psico-fisico. Anche la quiete e la serenità sono emozioni, ma non ci sconvolgono, non ci confondono, non ci travolgono. È un po’ come la musica: ci sono brani che ci spingono alla pace e altri che suscitano voglia di combattere.

La meditazione attrae chi cerca pace e quiete e non piace a chi cerca rumore e agitazione.

Bisogna vedere che cosa significa “mordere la vita”: muoversi come banderuole al vento impetuoso che sbatte qua e là, o contemplare placide distese di mare e tramonti o albe? C’è chi cerca le passioni e chi la calma dalle passioni. C’è chi cerca il distacco e chi l’attaccamento.

Il meditante deve assumere la posizione del Testimone o della Sentinella, osservando tutto e osservandosi continuamente (da fermo e in movimento), e deve mantenere un minimo di distanza anche da se stesso.

Non smettere mai di osservare e di osservarsi - questa è la base della meditazione e di una vita più consapevole.

 

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