Qualche
volta il buddhismo è brutale. Per esempio, invece di allenarci a provare
disgusto per il corpo (perché contiene, sangue, urina, feci, muco, ecc.),
potremmo anche addestrarci a provare meraviglia e ammirazione per questo
prodigio di funzionalità, che arriva comunque a contenere una coscienza e che a
poco a poco arriva a capire che è destinato alla distruzione.
In altri termini, questo di tipo di contemplazione può
essere svolto a due livelli: quello della tristezza per la perdita inevitabile
e quello più maturo e imparziale che capisce come anche il corpo rientri nei
processi di comparsa/scomparsa, del sorgere e del venir meno.
A questa sapiente comprensione distaccata possiamo giungere per
merito della meditazione. Del resto fu il Buddha stesso ad affermare che:
“Dentro questo
stesso corpo alto sei piedi, dotato di percezione e coscienza, è contenuto
l’intero mondo, l’origine del mondo, e la fine del mondo e la via che conduce
alla fine del mondo”.
Non è poco.
Nessun commento:
Posta un commento