mercoledì 26 gennaio 2022

Meraviglia e disgusto

 

Qualche volta il buddhismo è brutale. Per esempio, invece di allenarci a provare disgusto per il corpo (perché contiene, sangue, urina, feci, muco, ecc.), potremmo anche addestrarci a provare meraviglia e ammirazione per questo prodigio di funzionalità, che arriva comunque a contenere una coscienza e che a poco a poco arriva a capire che è destinato alla distruzione.

In altri termini, questo di tipo di contemplazione può essere svolto a due livelli: quello della tristezza per la perdita inevitabile e quello più maturo e imparziale che capisce come anche il corpo rientri nei processi di comparsa/scomparsa, del sorgere e del venir meno.

A questa sapiente comprensione distaccata possiamo giungere per merito della meditazione. Del resto fu il Buddha stesso ad affermare che:

 

“Dentro questo stesso corpo alto sei piedi, dotato di percezione e coscienza, è contenuto l’intero mondo, l’origine del mondo, e la fine del mondo e la via che conduce alla fine del mondo”.

Non è poco.

 

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