Finalmente qualcuno ha messo in
discussione l’assurda abitudine italiana di piantare croci sulla cima di ogni
montagna.
È un segno d’inciviltà che
deturpa la natura.
È un simbolo di “volontà di
potere” di una religione che vuol mettere il suo segno di dominazione dappertutto.
E poi che cos’è una croce, se
non un patibolo?
Che brutto simbolo!
Non c’è bisogno del simbolo del
patibolo per ricordarci che l’esistenza non è una festa, come credono tanti
ingenui, ma una condanna – una condanna al patibolo.
Egregio Signor Claudio, anche nel paese in cu vivo cioe' la Svizzera, paese laico, anche se poi la guardia svizzera difende il Papa a costo della propria vita, e successo che alcuni alpinisti avevano piantato delle bandiere tipo tibetane buddiste su una cima, facendo ovviamente scoppiare una polemica, in pratica era come se la croce fosse talmente un punto fisso sulle alture, che per finire sostituisce perfino la vetta stessa. Mi piace ricordare un vecchio saggio indiano che era alpinista e che si fermava un metro prima della vetta in segno di rispetto, in pratica non la calpestava ma poggiava solo le mani. Be' oggi si fanno i loro selfi ci banchettano sopra e magari se scappa un bisognino.
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