mercoledì 28 giugno 2023

La magnifica illusione

 

Una massima dei Padri del cristianesimo orientale afferma che “Dio si è fatto uomo perché l’uomo si facesse Dio”. E questo ce la dice lunga sulle ambizioni dell’uomo, che si ritiene prima di tutto di essere di poco inferiore a Dio e poi meritevole di un’attenzione salvatrice (o danzatrice!) di questo stesso Dio, che è considerato un Essere onnipotente e onnipresente.

Queste ambizioni mi sembrano un po’ esagerate, tenuto conto che l’uomo è una scimmia un poco più evoluta. Volete che, sopra di lui nella scala gerarchica, ci sia già Dio? È più probabile che la scala gerarchica sia molto più lunga e che i gradini siano tanti.

Tenete presente che l’uomo non è in grado di concepire niente oltre la sua dimensione dualistica, e quindi è molto indietro. Vedrei più logica una progressione più lunga.

Ma noi siamo dei poveracci che, quando si trovano in guai seri, non sanno più a chi rivolgersi per aiuto. E allora pregano Dio. Ma vi sembra che Dio accorra sollecito? Sarebbe bello. Ma nessuno accorre ad aiutarci.

Dunque, vedrei meglio un appello rivolto a “tutte le forze dell’universo” sperando che le forze che ci hanno generato, qualunque esse siano, possano anche aiutarci nei momenti più difficili. Ma dubito che l’universo si curi dei singoli individui al punto di cambiare ciò che di male ha già fatto. Sarebbe troppo comodo, e allora ecco intervenire, nel cristianesimo e altrove, l’idea che la sofferenza sia utile – un’idea che rivela l’impossibilità di interventi esterni.

Restano quindi gli interventi interni, che per ora consistono nel rafforzarsi caratterialmente e spiritualmente, ma che cambiano, più che i fatti, la nostra reazione ai fatti. Come dire: se ti muore una persona cara, non puoi certo riportarla in vita, ma puoi aumentare la tua resilienza al dolore. Tutto lì.

Esiste un’altra via, quella del vuoto. Come dice il noto fisico Guido Tonelli, “tutto, ma proprio tutto, non è altro che una forma di vuoto”. Naturalmente si parla di vuoto quantistico, gremito di particelle virtuali “che ininterrottamente si generano e si annichilano in un grande gioco a somma zero”. Da una di queste fluttuazioni sarebbe nato l’ universo.

Così, nella fisica più avanzata, la materia sembra dissolversi e si apre la possibilità, per ora solo teorica, di intervenire noi stessi.

Per esempio, certe forme di meditazione ricorrono proprio al tentativo di svuotarsi per agire su cose che non sono che pacchetti di vuoto. Possiamo ritornare al vuoto per cambiare quelle configurazioni di vuoto?

Se l’universo non è che un sogno, possiamo entrare nei sogni per indirizzarli diversamente? Sì, qualche volta capita.

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