Tutte le persone offese dicono: “Voglio giustizia, non vendetta!”
Ma che differenza c’è? La prima sembra impersonale, la seconda troppo
personale.
E così, se non si ha il coraggio di vendicarsi personalmente, ci
si affida alla giustizia. Ma la sostanza non cambia: si tratta sempre di
vendicare un torto subìto. E quindi ci vuole una certa dose di violenza e di
cattiveria.
Ecco perché, nella giustizia divina, non c’è posto né per il
paradiso né per l’inferno. Non c’è nessuno che giudica. Tutti perdono la
coscienza individuale con i suoi torti e i suoi pregi e quindi tutti assurgono
al livello che gli compete.
I ricchi e i potenti si costruiscono tombe faraoniche e si
organizzano funerali sontuosi, sperando di essere trattati nell’aldilà con il
dovuto riguardo. Ma non sarà così. La morte è democratica e riduce tutti a
nulla. I corpi si sgretolano, le coscienze si spengono e l’io svanisce come
quando si immerge un bicchiere d’acqua nel vasto mare.
Anche se avevate la coscienza di esistere, ora quella coscienza
non esiste più. Che cosa rimarrà? Rimarrà “quello” che siete sempre stati,
ancor prima di nascere.
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