giovedì 15 giugno 2023

Tempo di cortigiani

 

“Berlusconi, santo subito!” sembra intonare il suo popolo che, finalmente, attraverso la televisione di Stato, conquistata dagli uomini e dalle donne di destra, può dare libero sfogo al suo amore per il Capo.

Funerali di Stato, messa nel Duomo di Milano, lutto nazionale, parlamento chiuso, Chiesa osannante (come un tempo), televisioni e mass media che parlano solo di lui, Vespa che imperversa ad ogni ora ricordando il suo antico amore, presentatori che piangono in diretta, giornalisti inginocchiati di fronte alla figura dell’Autorità… si capisce da quale parte sta il governo.

Io non ho paura del nuovo autoritarismo e del culto della personalità, ma del servilismo degli italioti. Senza questo servilismo, a quanto pare innato nel Bel Paese, come avrebbero potuto svilupparsi il culto del Papi e il culto del Papa?

Adesso che l’uomo è morto, noi ci immaginiamo che andrà in cielo a incontrare Craxi (che gli fece le leggi su misura), Andreotti, legioni di belle ragazze, la “nipote di Mubarak”, dell’Utri e uomini della mafia. Ma, con la morte, muoiono l’io e la memoria e ci si ricongiunge con l’Uno, che non sa più niente del mondo. È questa la giustizia divina, che non è, come pensiamo, una specie di esame o di processo, ma il rientro nell’armonia universale, l'oblio della dimensione terrena con le sue differenze e i suoi gradi di giudizio.

I giudizi, il bene e il male, la vendetta e l'aggressività non escono da questo "opaco atomo del male".

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