mercoledì 25 marzo 2015

La meditazione sui suoni

Sedetevi su una sedia, su una poltrona, sul pavimento a gambe incrociate o stendetevi su un letto.
Ascoltate i suoni che provengono dalla strada (auto, moto, treno, aereo, uccelli che cantano, cani che abbaiano, ecc.), dalla casa (voci, bambini, telefoni, radio, frigorifero, ascensore, ecc.) e da voi stessi (rumori di pancia o del respiro).
Ascoltate tutti questi suoni e prendetene nota: “Questo è un camion, questo è un bambino, questo è un borborigmo della pancia, ecc. I suoni possono essere contemporaneamente due, tre o più. Nominateli tutti mentalmente.
Se non ci sono suoni, ascoltate il lieve rumore del vostro stesso respiro.
Cercate di limitarvi all’ascolto e a non pensare, non fantastica. Infatti, dopo un po’, la mente ha la tendenza a divagare: si mette a ricordare, a chiacchierare, a rievocare fatti o persone, a prevedere, ecc.
Quando finite, vi accorgerete che la vostra percezione della realtà è più vivida del solito e che voi vi sentite più calmi e anche più lucidi.
Questo semplice esercizio vi aiuta a entrare nel mondo della meditazione, che è essenzialmente un osservare la propria mente.
Ad un certo punto, invece di osservare i suoni (che sono comunque vostre percezioni), potreste incominciare ad osservare i vostri pensieri. Che cosa mi passa in questo momento per la mente?
I pensieri vanno e vengono come onde del mare. Non cercate di fermarli, ma cercate di allargare lo spazio dell’osservatore. In altre parole, il vostro Sé è quello che osserva la mente. Cercate di spostarvi dal soggetto che pensa e sente al soggetto che testimonia tutto ciò.



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