domenica 8 marzo 2015

Il desidero più profondo

Domandiamoci, come esercizio meditativo, quale sia il nostro desiderio più profondo, la nostra vera aspirazione, il senso della nostra vita.
Concentriamoci sulla domanda senza cercare di rispondere in termini concettuali. Rimaniamo semplicemente in una posizione di ascolto.
Passando in rassegna i nostri vari desideri, vediamo che molti non sono affatto così importanti e che, anzi, generano inquietudine e spreco di energie.
Ogni desiderio nasce da una scissione tra soggetto che desidera e oggetto desiderato. E i desideri non essenziali, una volta soddisfatti, non eliminano la noia o l’insoddisfazione.
Cercando più a fondo, scartiamoli uno ad uno, fino ad arrivare a quello più profondo - che in realtà è un’assenza di intenzionalità. Il vero desiderio, quello che li esaudisce tutti, è il distacco dai desideri e dalle aspettative. Solo così si esce dal dualismo e si recupera l’unità originaria – che produce un piacere, una soddisfazione senza precedenti, sconosciuta in questo mondo dei desideri.
Per eseguire l’ esercizio, mettetevi in una posizione a gambe incrociate. Ogni posizione fisica, infatti, corrisponde ad uno stato d’animo. Se rimaniamo in piedi, vogliamo essere attivi. Se ci sdraiamo, vogliamo riposare. Se ci sediamo, siamo rilassati e intendiamo indagare.
Curate la posizione della schiena, che deve essere diritta ma non tesa. Se pendete in avanti e tenete le spalle curve, questo denota disinteresse. Se volete veramente far qualcosa, vi mettete eretti – pronti ad ogni scoperta.
Questa è la posizione della domanda la cui risposta esce dal gioco mentale.


Nessun commento:

Posta un commento