Credete che non sia possibile che due
polarità contrapposte possano convivere e che debbano escludersi a vicenda? Non
conoscete la vita che è la contraddittorietà stessa. Il mondo non è fatto come
un palazzo, un piano sopra l’altro, ma come un ponte che sta su per spinte e
controspinte; non per nulla si parla di uno spaziotempo curvo. Diceva il fisico
John Weeler: ““lo spaziotempo dice alla
materia come muoversi, la materia dice allo spaziotempo come curvarsi”.
Prendiamo la respirazione:
due movimenti contrapposti di un unico processo (inspirazione/espirazione o
dentro/fuori). Essi convivono proprio perché l’uno permette, segue, consegue e
necessita dell’altro.
Così funzionano tutti i
processi del mondo: ad ogni azione segue una reazione uguale (per intensità,
per quantità) e contraria (per senso, per direzione, per funzione). Le due
forze (spinta e controspinta) tengono in piedi la respirazione. E nessuna può
prevalere (se non per breve tempo) o è privilegiata.
Così per il maschile e il
femminile, il soggetto e l’oggetto, la verità e la falsità, i poliziotti e i
criminali, la vita e la morte, l’amore e l’odio… le due forze devono stare in
un certo equilibrio, devono compensarsi a vicenda, devono essere complementari,
oppure tutto crolla.
E non si tratta di semplici
concetti, ma di cose reali e concrete. E riguardano sia la materia sia le forze
interiori: pensieri, percezioni, sensazioni, sentimenti, emozioni. Così
all’interno, come all’esterno.
Questo significa che la
creazione è avvenuta per contrapposizione di forze e che, se c’è l’una, deve
esserci il suo contrario.
Ma ora arriviamo a una
scoperta stupefacente.
Se io penso in modo
antinomico, in realtà creo. Non me ne accorgo perché mi trovo già pensate tutte
le antinomie e quindi un mondo già fatto. Ma i primi che pensarono e nominarono
le antinomie, in realtà le crearono. Pensare, nominare e creare erano e sono la
stessa cosa. E questo varrà sempre, anche per il futuro.
Perciò, se volete creare
qualcosa, pensate in modo contrapposto. Quel ponte si costruirà.
Se pensate che le polarità
non possano essere create con il pensiero-parola, allora ricordatevi come Dio,
nella Bibbia, crei le cose del mondo nominandole. Per la mentalità antica, Dio
crea con un comando verbale: “Dio disse: ‘Sia la luce!” e la luce fu…”. Anche
in altre culture primitive Dio crea nominando (e quindi pensando) le cose – un’eco
del potere creativo della parola.
Ma la parola è dell’uomo,
non di Dio. Dio non ha bisogno di parole.
In realtà, dunque, il
potere creativo della parola-pensiero è dell’uomo. È l’uomo che pensando e
nominando per la prima volta le polarità antinomiche, le fa essere.
Non ci credete? Provate a
pensare-nominare una nuova polarità e vedrete che farete essere anche il suo
contrario. Prendiamo dei concetti moderni che non c’erano nell’antichità,
perché sono stati scoperti solo in questi tempi. Per esempio, “antiparticella”
o “antimateria”. Una volta scoperte le particelle atomiche, ecco che
comparirono le antiparticelle.
La domanda è: queste
antiparticelle esistevano prima che le concepissimo o le abbiamo create noi nel
momento che le abbiamo pensate-nominate. Di più: queste antiparticelle sono
state create nel momento in cui le particelle sono state concepite come primo
elemento di un processo antinomico. Secondo la definizione, un’antiparticella è
“una particella che corrisponde per massa a una
delle normali particelle, ma è caratterizzata da alcuni numeri quantici opposti”.
Insomma, uguali ma contrarie. Lo stesso per la materia.
Le antinomie complementari sono
migliaia e non è facile trovarne di nuove. Ma, se trovate una nuova polarità,
farete essere il suo opposto.
Incredibile: siamo alla fonte del
potere creativo della mente umana.
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