venerdì 23 febbraio 2024

Il potere della mente

 

Ma quando sono nate le antinomie? Non quelle dei filosofi, ma quelle della realtà materiale. Quando sono apparse nella mente umana e nel mondo? È come domandarsi se sia nato prima l’uovo o la gallina. In realtà si sono coevolute – nella mente e nella materia. Quando la mente è stata in grado di pensarle, in realtà sono apparse nel mondo fisico. E sono apparse nel mondo fisico quando (e perché?) sono state pensate. Insomma le due “apparizioni” sono nate contemporaneamente. Il che è ben visibile in tutte le dicotomie complementari. È il bello che genera il brutto e il buono genera il cattivo, diceva il Tao Te Ching. È il bene che genera il male, è il positivo che genera il negativo… e viceversa!

Cioè le due polarità nascono insieme, perché sono l’una il complemento dell’altra e devono funzionare insieme. Avete presente il simbolo del Tai Chi? Ebbene, le due polarità vanno immaginate in un continuo movimento. Si tratta di un cerchio diviso in due parti uguali da una linea curva. Una metà è di colore bianco con un piccolo cerchio nero al suo interno, mentre l'altra metà è nera con un piccolo cerchio bianco suo interno. Questo simbolo rappresenta l'equilibrio dinamico tra lo yin (oscuro, femminile, freddo, negativo, debole, accogliente, quiete, notte, intuitivo, ricettivo, morbido, luna, curvo, acqua…) e lo yang (chiaro, maschile, caldo, positivo, forte, ostile, azione, giorno, logico, aggressivo, duro, sole, diritto, fuoco…).

 

 

Il simbolo mostra che in ogni polarità c’è un po’ dell’altra e va immaginato in un continuo movimento, circolare e fluido: come la danza di una coppia, dove se uno avanza l’altro retrocede.

Prima della creazione-emersione delle cose, esisteva il nulla (wu-chi) che letteralmente significa “senza limiti”, “senza poli”. Dal nulla si è originata la prima coppia yang/yin , la prima dualità di forze contrapposte e complementari, e poi a cascata ogni cosa.

Parlando di dualità delle strutture fondamentali materiali, va ricordato che il cervello umano è diviso in due emisferi, con funzionamenti diversi e  modalità operative opposte. Questo ci riporta al principio polare per eccellenza: lo yin – yang. Uno dei cardini del pensiero taoista.

 



In questi due ideogrammi cinesi c’è una parte in comune e una parte che muta e li differenzia. C’è qualcosa di fermo e qualcosa che si muove, qualcosa che cambia e qualcosa che rimano stabile. Quindi si parla di una complementarietà piuttosto che di un conflitto. Ma il conflitto rimane.

Si noti che le due polarità indicano sempre una condizione relativa, perché yin e yang non esistono come concetti separati e quindi assoluti, ma continuano a vivere di questa relazione di complementarietà: sono sempre opposti ed è proprio questa polarità a fondare il movimento che essi rappresentano, un movimento che punta eternamente all’equilibrio e che appena lo raggiunge subito si squilibra!

Quando lo yin è al massimo, lo yang si trova sempre al minimo: ma questa condizione è destinata a cambiare e a capovolgersi, ed il movimento è la Via (il Tao), il risultato di questa dialettica. 

Anche nel cervello troviamo due emisferi, che controllano la parte del corpo opposta (l’emisfero destro governa la parte sinistra e viceversa) ed hanno modalità operative contrastanti: la parte sinistra è analitica e lineare, la parte destra analogica e sincretica. Una parte si occupa della lingua e dei numeri, l’altra dell’intuizione e della creatività.

Sono contrapposte, proprio come lo yin e lo yang, e sono in continuo movimento e dialogo, per formare l’esperienza della vita. Benché separati, sono uniti dal corpo calloso. Nessuno dei due è più importante, nessuno dei due va trascurato. Conta il cervello come Unità.

Dobbiamo riflettere  sul fatto che la cosa più importante resta il cerchio che  disegnano, e che senza di loro non potrebbe esistere. Il versante con il sole non è più importante di quello in ombra: ciò che realmente conta è l’insieme, ossia l’unità.

 

Come ho già fatto notare, anche la fisica evidenzia che le forze vanno sempre a due a due, si contrastano, ma sono complementari. E questo avviene sia in campo fisico sia in campo mentale. Anche le nostre percezioni, i nostri concetti, i nostri sentimenti e le nostre emozioni (dal latino emovere) sono duali, contraddittori, ma complementari.

Quindi non ha senso chiedersi quando le polarità siano nate. Sono nate con la creazione del mondo e con la nascita della mente. Perché le cose non potevano che essere così… per creare il divenire. Il tutto nasce dal nulla, come ci dicono anche i fisici; dall’uno nasce il due, e questa è la prima polarità complementare. Dal non-essere non può che nascere l’essere, dall’esteriore l’interiore, dalla materia lo spirito, dalla vita la morte, dal principio la fine, dal bene il male, dall’amore l’odio, dall’attrazione la repulsione, e così via.

Le percezioni sono duali (il caldo e il freddo, il secco e l’umido, il dolce e l’amaro, ecc.) e tutto il funzionamento della mente è duale.

Se quindi si conosce concretamente uno dei due termini, l’altro è inevitabile.

Questo vale per il passato (tutte le antinomie già presenti), ma anche per il futuro: quando si inventerà un altro ente antinomico, ci sarà anche il suo contrario complementare. Per esempio, per ogni particella scoperta, ci sarà anche la sua antiparticella; per la gravità, l’antigravità, anche se non è stata ancora sperimentata. Si troverà per il solo fatto che esiste la prima polarità. Anzi, non è che si troverà, ma la si farà essere… per il solo fatto che siamo riusciti a concepire una antinomia.

Se la vostra mente è così potente da concepire (concepire: come si concepisce un figlio) una nuova antinomia di cui il primo polo sia corrispondente alla realtà, il secondo si manifesterà come per magia, necessariamente.

Questo non succede per gli oggetti singoli, che, non facendo parte di un’antinomia, ossia di una coppia contrastante ma complementare, non possono essere fatti apparire concretamente, ma che comunque appariranno nel pensiero. Perché il pensiero è sempre creativo, dato che comunque partorirà un’immagine “reale” (anche le idee e i sogni sono una realtà, depotenziata), E non dimentichiamoci che ogni oggetto o progetto o sistema costruito dall’uomo è stato prima un’idea.

La mente ha un potere evocativo-creativo  immediato, più veloce della luce..

Anche le precedenti dicotomie sono nate da questo meccanismo creativo che però aveva una corrispondenza nella realtà.

Di questo potere, resta traccia per esempio nell’Antico Testamento, dove Dio crea pensando e nominando le cose: “Dio disse: ‘Sia la luce!’ E la luce fu.” Poi dà questo stesso potere all’uomo. “In qualunque modo l’uomo l’avesse chiamato, ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie selvatiche…”.

Il testo vuol dire che anche l’uomo crea pensando e nominando – cosa che è confermata dall’inizio del Vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo… tutto è stato fatto per mezzo di lui…” In modo rozzo e ingenuo, si dice che tutto nasce dal Logos, la Parola – e quindi il pensiero!

Quindi, quando nel passato sono state create le antinomie logiche, in realtà sono emerse dal nulla le forze contraddittorie ma complementari che oggi vediamo in azione.

Naturalmente esistono anche cose singole, senza opposti (una pizza non ha un’anti-pizza), ma queste non sono forze. Invece l’attrazione/repulsione è una forza, l’amore/odio è una forza, ecc. e perciò vanno in coppia.

Anche la filosofia taoista lo aveva capito, con la sua idea di yang/yin, e con l’idea che il tutto nasce dal nulla – cosa confermata dalla fisica moderna.

Quando pensate-nominate una cosa, la fate apparire – nella mente! Poi, se fa parte di un’antinomia, apparirà anche concretamente. Abbiate fiducia nel potere della vostra mente, che è sempre un riflesso del potere creativo.

 

Nessun commento:

Posta un commento