Ma
quando sono nate le antinomie? Non quelle dei filosofi, ma quelle della realtà
materiale. Quando sono apparse nella mente umana e nel mondo? È come domandarsi
se sia nato prima l’uovo o la gallina. In realtà si sono coevolute – nella
mente e nella materia. Quando la mente è stata in grado di pensarle, in realtà
sono apparse nel mondo fisico. E sono apparse nel mondo fisico quando (e perché?)
sono state pensate. Insomma le due “apparizioni” sono nate contemporaneamente. Il
che è ben visibile in tutte le dicotomie complementari. È il bello che genera
il brutto e il buono genera il cattivo, diceva il Tao Te Ching. È il bene che
genera il male, è il positivo che genera il negativo… e viceversa!
Cioè
le due polarità nascono insieme, perché sono l’una il complemento dell’altra e
devono funzionare insieme. Avete presente il simbolo del Tai Chi? Ebbene, le
due polarità vanno immaginate in un continuo movimento. Si tratta di un cerchio
diviso in due parti uguali da una linea curva. Una metà è di colore bianco con
un piccolo cerchio nero al suo interno, mentre l'altra metà è nera con un
piccolo cerchio bianco suo interno. Questo simbolo rappresenta l'equilibrio
dinamico tra lo yin (oscuro, femminile, freddo, negativo, debole, accogliente,
quiete, notte, intuitivo, ricettivo, morbido, luna, curvo, acqua…) e lo yang
(chiaro, maschile, caldo, positivo, forte, ostile, azione, giorno, logico, aggressivo,
duro, sole, diritto, fuoco…).
Il
simbolo mostra che in ogni polarità c’è un po’ dell’altra e va immaginato in un
continuo movimento, circolare e fluido: come la danza di una coppia, dove se
uno avanza l’altro retrocede.
Prima
della creazione-emersione delle cose, esisteva il nulla (wu-chi) che
letteralmente significa “senza limiti”, “senza poli”. Dal nulla si è originata
la prima coppia yang/yin , la prima dualità di forze contrapposte e
complementari, e poi a cascata ogni cosa.
Parlando
di dualità delle strutture fondamentali materiali, va ricordato che il cervello umano è diviso in due emisferi, con funzionamenti
diversi e modalità operative opposte.
Questo ci riporta al principio polare per eccellenza: lo yin – yang. Uno dei cardini del pensiero taoista.
In
questi due ideogrammi cinesi c’è una parte in comune e una parte che muta e li
differenzia. C’è qualcosa di fermo e qualcosa che si muove, qualcosa che cambia
e qualcosa che rimano stabile. Quindi si parla di una complementarietà
piuttosto che di un conflitto. Ma il conflitto rimane.
Si
noti che le due polarità indicano sempre una
condizione relativa, perché yin e yang non esistono come concetti separati e
quindi assoluti, ma continuano a vivere di questa relazione di
complementarietà: sono sempre opposti ed è proprio questa polarità a fondare il
movimento che essi rappresentano, un movimento che punta eternamente
all’equilibrio e che appena lo raggiunge subito si squilibra!
Quando lo yin è al massimo, lo yang si trova
sempre al minimo: ma questa condizione è destinata a cambiare e a capovolgersi,
ed il movimento è la Via (il Tao), il risultato di questa dialettica.
Anche
nel cervello troviamo due emisferi, che controllano la parte del corpo opposta (l’emisfero
destro governa la parte sinistra e viceversa) ed hanno modalità operative contrastanti:
la parte sinistra è analitica e lineare, la parte destra analogica e
sincretica. Una parte si occupa della lingua e dei numeri, l’altra
dell’intuizione e della creatività.
Sono
contrapposte, proprio come lo yin e lo yang, e sono in continuo movimento e
dialogo, per formare l’esperienza della vita. Benché separati, sono uniti dal
corpo calloso. Nessuno dei due è più importante, nessuno dei due va trascurato.
Conta il cervello come Unità.
Dobbiamo
riflettere sul fatto che la cosa più
importante resta il cerchio che disegnano, e che senza di loro non
potrebbe esistere. Il versante con il sole non è più importante di quello in
ombra: ciò che realmente conta è l’insieme, ossia l’unità.
Come
ho già fatto notare, anche la fisica evidenzia che le forze vanno sempre a due
a due, si contrastano, ma sono complementari. E questo avviene sia in campo
fisico sia in campo mentale. Anche le nostre percezioni, i nostri concetti,
i nostri sentimenti e le nostre emozioni (dal latino emovere) sono duali, contraddittori, ma complementari.
Quindi
non ha senso chiedersi quando le polarità siano nate. Sono nate con la
creazione del mondo e con la nascita della mente. Perché le cose non potevano
che essere così… per creare il divenire. Il tutto nasce dal nulla, come ci
dicono anche i fisici; dall’uno nasce il due, e questa è la prima polarità
complementare. Dal non-essere non può che nascere l’essere, dall’esteriore
l’interiore, dalla materia lo spirito, dalla vita la morte, dal principio la
fine, dal bene il male, dall’amore l’odio, dall’attrazione la repulsione, e
così via.
Le
percezioni sono duali (il caldo e il freddo, il secco e l’umido, il dolce e
l’amaro, ecc.) e tutto il funzionamento della mente è duale.
Se
quindi si conosce concretamente uno dei due termini, l’altro è inevitabile.
Questo
vale per il passato (tutte le antinomie già presenti), ma anche per il futuro:
quando si inventerà un altro ente antinomico, ci sarà anche il suo contrario
complementare. Per esempio, per ogni particella scoperta, ci sarà anche la sua
antiparticella; per la gravità, l’antigravità, anche se non è stata ancora
sperimentata. Si troverà per il solo fatto che esiste la prima polarità. Anzi,
non è che si troverà, ma la si farà essere… per il solo fatto che siamo
riusciti a concepire una antinomia.
Se
la vostra mente è così potente da concepire (concepire: come si concepisce un
figlio) una nuova antinomia di cui il primo polo sia corrispondente alla
realtà, il secondo si manifesterà come per magia, necessariamente.
Questo
non succede per gli oggetti singoli, che, non facendo parte di un’antinomia,
ossia di una coppia contrastante ma complementare, non possono essere fatti
apparire concretamente, ma che comunque appariranno nel pensiero. Perché il
pensiero è sempre creativo, dato che comunque partorirà un’immagine “reale”
(anche le idee e i sogni sono una realtà, depotenziata), E non dimentichiamoci
che ogni oggetto o progetto o sistema costruito dall’uomo è stato prima un’idea.
La
mente ha un potere evocativo-creativo immediato,
più veloce della luce..
Anche
le precedenti dicotomie sono nate da questo meccanismo creativo che però aveva
una corrispondenza nella realtà.
Di
questo potere, resta traccia per esempio nell’Antico Testamento, dove Dio crea pensando
e nominando le cose: “Dio disse: ‘Sia la luce!’ E la luce fu.” Poi dà questo
stesso potere all’uomo. “In qualunque modo l’uomo l’avesse chiamato, ognuno
degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome. Così l’uomo impose nomi
a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutte le bestie
selvatiche…”.
Il
testo vuol dire che anche l’uomo crea pensando e nominando – cosa che è
confermata dall’inizio del Vangelo di Giovanni: “In principio era il Verbo…
tutto è stato fatto per mezzo di lui…” In modo rozzo e ingenuo, si dice che
tutto nasce dal Logos, la Parola – e quindi il pensiero!
Quindi,
quando nel passato sono state create le antinomie logiche, in realtà sono
emerse dal nulla le forze contraddittorie ma complementari che oggi vediamo in
azione.
Naturalmente
esistono anche cose singole, senza opposti (una pizza non ha un’anti-pizza), ma
queste non sono forze. Invece l’attrazione/repulsione è una forza, l’amore/odio
è una forza, ecc. e perciò vanno in coppia.
Anche
la filosofia taoista lo aveva capito, con la sua idea di yang/yin, e con l’idea
che il tutto nasce dal nulla – cosa confermata dalla fisica moderna.
Quando
pensate-nominate una cosa, la fate apparire – nella mente! Poi, se fa parte di
un’antinomia, apparirà anche concretamente. Abbiate fiducia nel potere della
vostra mente, che è sempre un riflesso del potere creativo.
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