giovedì 15 febbraio 2024

Il meccanismo del desiderio

 

Il desiderio di una cosa non attrae la cosa (altrimenti saremmo tutti soddisfatti), ma il suo contrario. Infatti, desiderare qualcosa significa attivare una mancanza, un bisogno, che approfondisce l’insoddisfazione e determina un vuoto, un gorgo, un vortice, che, come un buco nero, divora tutto ciò che gli è vicino, ossia l’energia positiva della speranza. Questo è il meccanismo che sta alla base dell’insoddisfazione, della scontentezza e della infelicità che si accompagna sempre  al desiderio non soddisfatto.

E se il desiderio viene soddisfatto? Ne sorge subito un altro, perché i desideri sono infiniti e infinitamente mutevoli.

Questo è anche il meccanismo che spiega la reciproca conversione o pendolarità fra una polarità e il suo contrario. Il piacere prepara il dolore, il bello il brutto, il positivo il negativo, il sì il no, il bene il male, il successo l’insuccesso… Una polarità è sempre legata e dà origine al suo opposto, in quanto la polarità (diciamo) positiva (o desiderabile) si deve trasformare nel suo contrario. I tempi di questa conversione sono diversi, ma, brevi o lunghi, si verificano immancabilmente. Bisognerebbe non desiderare o preferire nulla, ma sarebbe come fermare il vento con le mani. La vita è desiderio, perché deve sempre cambiare di continuo; non può stare ferma su ciò che preferisce. Ed è per questo che dà vita alla morte.

La vita (prima polarità) dà la vita alla morte, che è il suo contrario. Comunque, anche la morte (polarità negativa) dà origine, prima o poi, alla vita. E il ciclo continua.

Se l’universo ha avuto un inizio, dovrà finire. E, una volta finito, dovrà ricominciare. Perché essere e non-essere seguono a loro volta la legge del pendolarismo. Si tratta di una legge che si enuncia anche come quella di Lavoisier: “Niente si crea, niente si distrugge, tutto si trasforma”. La quantità di energia di un sistema chiuso deve rimanere costante - primo principio della termodinamica, valido per qualunque forma di energia, compresa quella umana.

La legge di conservazione dell'energia è un principio fondamentale della fisica che stabilisce che l'energia totale di un sistema isolato rimane costante nel tempo. Questo significa che l'energia non può essere creata né distrutta, ma può solo essere trasformata da una forma all'altra.

 

L'energia è presente sotto varie forme, come l'energia cinetica (dovuta al movimento di un oggetto), l'energia potenziale (dovuta alla posizione di un oggetto), l'energia termica (dovuta alla temperatura), l'energia chimica (dovuta alle reazioni chimiche), l'energia elettrica, l'energia nucleare, e così via. E ci mettiamo anche l’energia del sistema uomo, che viene prodotta dal cibo e consumata nelle varie azioni, fisiche e/o mentali.

Secondo la legge di conservazione dell'energia, però, l'energia totale di un sistema isolato rimane costante, indipendentemente dalle diverse trasformazioni che possono avvenire all'interno del sistema. Se l'energia viene persa da una parte del sistema, deve essere guadagnata altrove all'interno dello stesso sistema. E questo vale anche per l’uomo. Perché in sostanza è una legge di riequilibrio del sistema stesso, che si squilibra oltre una certa soglia, è destinato a implodere e scomparie.

La legge di conservazione dell'energia trova applicazione in molti campi della scienza e della tecnologia, come la termodinamica, la meccanica, l'elettricità e il magnetismo, l'ingegneria e molte altre discipline. È un principio essenziale per comprendere e analizzare i fenomeni energetici e per progettare sistemi energetici efficienti. Ma anche l’uomo è un sistema energetico.

Quanta energia vi serve a vivere – ve lo siete mai chiesti? Risponde l’AI di Gemini:

“La quantità di energia necessaria per vivere varia da persona a persona, in base a diversi fattori come l'età, il sesso, il livello di attività fisica, l'indice metabolico, la composizione corporea e persino il clima in cui ci si trova.

L'energia necessaria per vivere è comunemente misurata in calorie. Una caloria è l'unità di misura dell'energia e corrisponde all'energia necessaria per aumentare la temperatura di un grammo di acqua di un grado Celsius.

In media, un adulto sedentario richiede circa 2000-2500 calorie al giorno per mantenere le funzioni corporee di base, come la respirazione, la circolazione sanguigna e il funzionamento degli organi. Questa è spesso chiamata ‘energia basale’ o ‘metabolismo basale’.

Tuttavia, se si svolge attività fisica regolare o un lavoro fisicamente impegnativo, il fabbisogno calorico giornaliero sarà maggiore per compensare il dispendio energetico aggiuntivo. Ad esempio, gli atleti o le persone con lavori fisicamente intensi possono richiedere dalle 2500 alle 4000 calorie al giorno o anche di più.”

È importante notare che l'apporto calorico ideale per ogni individuo varia in base alle sue esigenze specifiche. Avete capito? Anche far funzionare il cervello richiede energia. Anche provare una percezione, una sensazione o un’emozione.

Perché mai questa energia non dovrebbe seguire i principi di tutte le forme di energia?

“L'energia è una grandezza fondamentale in fisica che rappresenta la capacità di fare lavoro o di produrre un cambiamento in un sistema. È una proprietà che possiedono gli oggetti o i sistemi fisici (fra cui l’essere umano, aggiungo io) che consente loro di compiere azioni o scambiare quantità di calore.

L'energia assume diverse forme e può essere trasformata da una forma all'altra. Le principali forme di energia includono:

Energia cinetica: è l'energia associata al movimento di un oggetto. L'energia cinetica di un oggetto aumenta con la sua massa e la sua velocità.

Energia potenziale: è l'energia associata alla posizione o alla configurazione di un oggetto. Ad esempio, l'energia potenziale gravitazionale è l'energia associata all'altezza di un oggetto rispetto alla Terra, mentre l'energia potenziale elastica è l'energia associata alla deformazione di una molla o di un materiale elastico.

Energia termica: è l'energia associata al movimento delle particelle di un sistema. È la forma di energia che è indicativa della temperatura di un oggetto o di un ambiente.

Energia radiante: è l'energia trasportata da onde elettromagnetiche, come la luce, le onde radio, i raggi X, ecc.

Energia chimica: è l'energia contenuta nelle molecole o negli atomi di una sostanza. Viene rilasciata o assorbita durante una reazione chimica.

Energia elettrica: è l'energia associata al flusso di cariche elettriche attraverso un circuito.

Energia nucleare: è l'energia associata alle reazioni nucleari, come la fusione nucleare o la fissione nucleare.

Queste forme di energia possono essere convertite l'una nell'altra attraverso processi fisici o chimici, ma l'energia totale di un sistema isolato rimane costante, come stabilito dalla legge di conservazione dell'energia.”

Ma perché abbiamo ricordato l’energia o la forza del desiderio? Perché in tutte le antinomie ce ne è una che è preferita o desiderata. Ed è questo desiderio che determina l’oscillazione delle due polarità. Se voi desiderate implicitamente o esplicitamente la pace, la calma, il bene, la felicità, il calore, l’altezza, la positività, la pienezza, la luce, il piacere, il successo, la vittoria, la vita, ecc., creerete una mancanza, un gorgo, che attiverà la polarità opposta: la guerra, il male, l’infelicità, il freddo, la bassezza, la negatività, il vuoto, il buio, il fallimento, la perdita, la morte, ecc.. Sul piano mentale-emozionale e sul piano della realtà empirica. Come ho detto altre volte, riuscire a pensare le antinomie è riuscire a creare.

Paradossalmente, per avere certe cose, dovreste desiderare di non averle. Infatti, il desiderio, l’attrazione verso qualcosa, è il motore del meccanismo pendolare o antinomico.

Non dovreste desiderare ciò che desiderate, i poli positivi delle antinomie. Ma qui subentra un’impossibilità limite: quella dell’attrazione/repulsione che non può essere trascesa.

Le antinomie non sono solo quelle citate, ma alcune sfiorano la mistica. Per esempio sentirsi il Tutto che osserva e conosce se stesso con un punto di vista individuale, sentirsi sia l’osservatore sia l’osservato, mantenere un’identità individuale nonostante ci si senta l’universo. In realtà, niente di strano. Tale conoscenza può essere raggiunta se si riflette profondamente su certe antinomie e ci si apre a una dimensione in cui i poli opposti coesistono, anziché escludersi a vicenda.

Infatti non dimentichiamo che le polarità opposte sono due aspetti della stessa realtà.

 

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