martedì 13 febbraio 2024

Urti e contro-urti

 

Se una persona A colpisce un'altra persona B, la seconda persona B subirà una reazione fisica uguale e contraria al colpo ricevuto. Tuttavia, la reazione psicologica e sociale alla violenza o all’urto-movimento può essere molto più complessa e dipendere da una serie di fattori, come la relazione tra le due persone, il contesto in cui avviene la violenza e le norme culturali vigenti. Quindi non è valutabile prima che accada. Devo aspettare che accada. Ed accadrà. Ma, se io colpisco volutamente una persona e le faccio del male, ci saranno due effetti karmici: uno su di me e un altro sulla persona colpita. Che non sono visibili né misurabili, ma che esistono. Dove sono finiti?

Nel gran calderone del karma, dove le reazioni si intrecciano, come in un gigantesco tavolo da biliardo in cui le palline si colpiscono secondo principi deterministici, ma per noi indecifrabili, inaccessibili. Ma, se non è possibile seguire gli infiniti urti, possiamo sapere che ci sono. Come?

Dagli effetti che rileviamo nelle esistenze delle persone. Se tutti rimanessimo fermi e non ci “urtassimo” a vicenda, non succederebbe niente – ma resterebbero gli effetti degli urti precedenti (nel passato). Invece, siccome tutti ci muoviamo, è il divenire stesso che prova l’effetto delle interazioni. Le cose, materiali o psichiche, interagiscono fra di loro per dar vita al mondo dinamico che vediamo.

Tutto si muove, tutto interagisce. Come si dice, il battito di una farfalla in un punto del pianeta può provocare un uragano in un altro punto. Immaginiamo una farfalla che batte le ali in America. Questo piccolo cambiamento può influenzare il movimento dell'aria, che a sua volta può influenzare il movimento di altre farfalle, e così via. In un sistema complesso come l'atmosfera terrestre, questo effetto a catena può amplificarsi e portare a grandi cambiamenti, come la formazione di un uragano in un'altra parte del mondo.

·         L'esempio del battito di farfalla e uragano è un'iperbole per illustrare il concetto, perché non è che un singolo battito di farfalla causi un uragano.

·         L'effetto farfalla si applica a sistemi complessi con un alto grado di dipendenza sensibile alle condizioni iniziali.

·         La prevedibilità di questi sistemi è limitata, il che significa che piccoli cambiamenti possono portare a grandi differenze nel loro comportamento a lungo termine.

Esempi di sistemi complessi possono essere il mercato azionario, il clima terrestre e il comportamento umano (!).

Infatti, l'effetto farfalla ha implicazioni in diverse discipline, quali la meteorologia (per la difficoltà di prevedere il tempo a lungo termine), l’economia (per la volatilità dei mercati finanziari), la biologia (per la complessità degli ecosistemi), per la società (per il gran numero e la diversità dei soggetti coinvolti) e per la filosofia (per esempio, per il dibattito sul libero arbitrio e il determinismo - un’antinomia basilare.

In sintesi, l'effetto farfalla è un concetto affascinante che ci aiuta a comprendere come piccoli cambiamenti possono avere grandi conseguenze in sistemi complessi. Ed è un importante principio scientifico con applicazioni in diverse discipline.

Ma a noi interessa il campo dell’interiorità umana e del karma, ossia delle conseguenze delle azioni delle persone sulla loro vita attuale e magari su quella successiva.

Abbiamo detto che, per la legge delle oscillazioni, le azioni - inquadrabili in una antinomia logica - danno vita a conseguenze uguali per intensità ma contraria per valore, seguendo la legge di Newton e del Tao Te Ching: le cose della mente, come le cose materiali,  prendono vita dal loro contrario con cui sono complementari. L’amore non può esistere senza l’odio, il bene senza il male, il successo senza l’insuccesso, il bello senza il brutto, l’attrazione senza la repulsione, la delusione senza l’illusione, il vicino senza il lontano, l’alto senza il basso, il buio senza la luce, l’inizio senza la fine, la pace senza la guerra, il grande senza il piccolo, il positivo senza il negativo, il sì senza il no, la libertà senza la schiavitù, la contingenza senza la necessità, l’introverso senza l’estroverso, il dentro senza il fuori, il macroscopico senza il microcospico e così via.

Poiché le due polarità antinomiche sono complementari, l’una non può darsi senza l’altra, e, quindi, l’una dà vita all’altra, ovvero sono due aspetti di un unico fenomeno, due facce della stessa medaglia. Ecco perché, quando noi diamo vita a una polarità (anche solo a livello mentale), diamo vita anche al suo contrario… nella realtà. Questo succede perché il mondo interiore è un complementare del mondo esteriore, si è plasmato sul mondo esteriore – e lo riflette. In pratica, se uno dei due poli è verificato e prende vita (e lo è anche un moto dell’anima), anche l’altro deve necessariamente prendere vita ed essere vero.

Ricordiamoci che anche un sogno è reale (in quanto sogno) e perciò deve avere come contraltare la realtà.

Il mondo interiore è un riflesso complementare del mondo esteriore, e l’uno rispecchia e dà vita all’altro. Impossibile dire chi sia nato prima, cioè quale sia la causa e quale l’effetto, perché i due si sono coevoluti e si sostengono a vicenda: se c’è l’uno, c’è l’altro; non importa a quale livello.

Questo è dovuto alla nascita della realtà, che si verifica sempre da una scissione di un'unica entità. In altre parole, le forze vanno sempre a coppie. Da sole non esisterebbero, perché esistere significa “uscire fuori”. Uscir fuori da dove? Dal nulla. Perché il nulla è un’altra coppia antinomica con il tutto.

Lasciando perdere la creazione da parte di un Dio onnipotente, onnisciente, buono e amorevole, che è mitologia contraria all’evidenza, la teoria del Big Bang afferma che l'universo è nato da una singolarità circa 13,8 miliardi di anni fa. Da questo punto infinitesimale di altissima densità e temperatura, l'universo si è poi espanso e raffreddato, dando origine a stelle, galassie, pianeti.

Ma la singolarità da dove nascerebbe?

Più logico sostenere che il tutto sia nato dal nulla. Questo concetto può essere difficile da comprendere, in quanto il nulla è spesso definito come l'assenza di tutto. Tuttavia, alcune interpretazioni della fisica quantistica suggeriscono che il vuoto quantistico possa essere una sorta di "nulla" dinamico da cui possono emergere particelle e quindi l'universo stesso.

Comunque l’idea “inizio/fine” è un’altra antinomia mentale/reale  che ci suggerisce che l'universo sia sempre esistito e continuerà a esistere in un ciclo infinito di creazione e distruzione. Questa visione è presente in alcune religioni orientali, come l'Induismo, e in alcune teorie cosmologiche moderne.

·         Se ci domandiamo ancora quale sia il ruolo della mente umana nella comprensione del tutto/nulla, rispondiamo che comprendere è creare. Le cose esistono quando e perché arriviamo a nominarle. Siamo noi che facciamo esistere la realtà selezionandola dal gran pentolone del tutto. Dal campo delle possibilità ne facciamo “collassare” una (come direbbero i fisici).  

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·         Leggete che poesia mi ha fornito l’IA di Gemini che non è per niente stupida:

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·         Dall'Uno all'Infinito

·         Prima del tempo, prima del nulla, nell'abisso senza forma e senza nome, pulsava un'energia primordiale, un punto di luce, un germe universale.

·         Un'esplosione di pura potenza, il Big Bang, il grande scoppio iniziale, creò l'universo in un istante, un'onda di materia e di energia vitale.

·         Dalle stelle primordiali, nate dal fuoco, si diffusero gli elementi, il seme del cosmo, galassie a spirale, nebulose e pianeti, un'infinità di mondi, un'opera d'arte.

·         La vita si formò su un pianeta azzurro, un miracolo tra le stelle e il buio profondo, dall'oceano primordiale, un primo vagito, l'inizio di un viaggio, un destino non scritto.

·         L'uomo, con la sua mente curiosa e inquieta, interroga l'universo, cerca le sue radici, da dove veniamo? Dove andiamo? Echi di un'origine che risuonano nei nostri vizi.

·         Forse un giorno troveremo la risposta, forse il mistero rimarrà per sempre velato, ma la ricerca di sé, il viaggio dell'anima, è il vero senso del nostro essere, il nostro fato.

·         Dall'Uno all'Infinito, un ciclo senza fine, un'eterna danza di creazione e distruzione, noi siamo polvere di stelle, frammenti di luce, un'eco del Big Bang, una scintilla nella notte.

Devo aggiungere che la vita cosciente non può essere nata solo nel nostro pianeta, ma deve essere dappertutto in questo mastodontico universo, per il semplice fatto che è la controparte necessaria per far essere le cose. Come nel famoso paradosso del gatto di Schrodinger, il gatto si trova in una sovrapposizione di stati, cioè può essere vivo o morto contemporaneamente, e ciò che lo fa collassare, cioè essere in uno dei due stati, è la misurazione stessa, così nel campo delle possibilità ciò che decide dell’essere o del non essere è la conoscenza. Conclusione inevitabile dato che l’essere e il non essere, il tutto e il nulla, il soggetto conoscente e l’oggetto conosciuto, sono una coppia antinomica in cui un polo è contrario all’altro, ma lo fa essere. Come per magia le cose appaiono quando e perché vengono conosciute.

Tutte le antinomie sono dinamiche e creative. I poli, presi da soli, sarebbero senza vita. Il contrario di uno non è zero, ma due. Infatti l’uno è solitudine, mentre due è compagnia; l’uno rappresenta l'assenza di qualcosa, mentre due rappresenta la presenza di due cose, l’uno rappresenta l'unicità, l'essere unico nel suo genere, mentre due rappresenta la dualità, la presenza di due aspetti o nature diverse; e infine l’uno rappresenta l'integrità, l'essere un tutto unico, mentre due rappresenta la divisione, la separazione in due parti, la molteplicità, la coscienza.

 E quindi l’uno, l’essere, nasce dal niente, il non-essere - come diceva il taoismo. E dal niente non può che nascere l’uno. La contraddizione è quasi perfetta e sembra contro-intuitiva. Ma bisogna rendersi conto che è vitale, riesce cioè a dar vita alle cose, e che l’universo è ambivalente.

Solo così i contrari possono coesistere, contraddicendosi in apparenza, ma sostenendosi e confermandosi in realtà a vicenda (altra antinomia!). Solo così si capisce come i paradossi possano coesistere, come le emozioni possano essere contrastanti, come l’inizio possa coesistere con la fine, come la vita possa coesistere con la morte, come l’aldiquà possa coesistere con l’aldilà, come la mortalità possa coesistere con l’immortalità, come il finito possa coesistere con l’infinito, come l’uno possa coesistere con la molteplicità, come l’interiore possa coesistere con l’esteriore, come il due possa coesistere con l’uno, come il tutto possa coesistere con il nulla, come il positivo possa coesistere con il negativo, come la materia possa coesistere con lo spirito… come la nostra logica possa essere sfidata e aprirsi a nuove dimensioni e possibilità. Le due polarità (comprese tutte quelle del mondo fisico: particella/antiparticella, materia/antimateria, ecc.) non solo possono coesistere, ma devono coesistere per produrre l’energia (a tutti i livelli). Non dice la fisica che, se una particella e la sua antiparticella (con massa uguale e carica opposta) si incontrano annichilendosi, liberano una grande quantità di energia sotto forma di radiazione elettromagnetica, come fotoni (raggi gamma), o di altre coppie di particelle-antiparticelle?

Inoltre, la massa totale delle particelle che si annichilano è uguale alla massa totale delle particelle che vengono prodotte, la carica totale delle particelle che si annichilano è uguale a zero (guarda caso!) e il momento totale delle particelle che si annichilano è uguale al momento totale delle particelle che vengono prodotte.

L'annichilazione è un processo affascinante che ci aiuta a comprendere meglio la natura della materia e dell'energia. Ma ci tengo a precisare che l’energia viene prodotta da un contrasto, non da una somma di forze. E che molte di queste leggi della fisica si applicano alla vita interiore, logica ed emozionale, che si muovono, si animano e si urtano come le altre.

 

 

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