Perché mai le leggi della fisica non potrebbero valere anche per la mente?
Non sono forme di energia anche i
pensieri, le percezioni, i sentimenti, le emozioni, le prese di coscienza, gli
stati d’animo; non seguono anch’esse un moto pendolare o oscillatorio? Non
diciamo che siamo caldi o freddi, non diciamo che siamo positivi o negativi,
non diciamo che siamo carichi o scarichi, non diciamo che abbiamo o non abbiamo
energia, non diciamo di essere attivi o passivi, non diciamo che agiamo o
reagiamo, non diciamo che attraiamo o respingiamo, non diciamo che siamo pieni
o vuoti, non diciamo che siamo in moto o in quiete, non diciamo che facciamo
uno sforzo o non lo facciamo..? E non è tutto variabile, mutevole, contraddittorio,
ambivalente, in armonia e in contesa?
Evidentemente, la struttura oscillatoria, vibratoria, ondulatoria è alla
base del mondo esteriore e di quello interiore, che a loro volta sono
complementari come in tutte le antinomie.
Certo, è più difficile misurare i moti interiori, ma essi sono ben evidenti
in ciascuno di noi. Non c’è bisogno della matematica per sapere se sono felice
o infelice, se amo o odio, se sento caldo o freddo, se sono pieno di speranza o
disperato, se mi sento sano o malato, se le cose mi vanno bene o mi vanno male…
mi riferisco a dati individuali, e quindi variabili, ma per me più “oggettivi”
di un tavolo o di una sedia. La mia vita si svolge lì, più dentro che fuori. E
non m’importa se non è misurabile: attraverso l’auto-coscienza, so benissimo
che cosa sento e penso.
Il pendolo delle percezioni, delle sensazioni, dei pensieri, degli stati
d’animo e degli eventi oscilla per me come per ogni atomo di materia, per ogni
forza fisica o psichica. E, per prima cosa, osservo che la legge
dell’azione/reazione opera anche nel mondo interiore a due livelli. Ha generato
coppie antinomiche nel linguaggio-pensiero-sentimento e genera eventi
dinamicamente contrapposti. Si dirà che gli eventi sono moti esteriori, ma noi
avanziamo l’ipotesi che siano determinati sia da eventi esteriori sia da eventi
interiori. Ed è qui che s’innesta la prevedibilità.
In breve, gli eventi che noi giudichiamo solo esteriori sono generati anche
dagli stati d’animo. E questo perché il mondo è plasmato anche dal testimone
osservatore. Teniamo infatti conto che l’uomo è già un’interfaccia tra spirito
e materia. Ha un corpo fisico, ha un cervello fisico (per lo più duale), ma ha
anche un mondo psichico (per lo più duale). Quindi ciò che lui vede o
sperimenta è già condizionato e trasformato dai suoi sensi e dalla coscienza.
Ecco perché il sistema oscillatorio è presente dappertutto.
Come ho già detto, la mente umana ha la capacità di influenzare attivamente la
realtà attraverso il potere del pensiero. I pensieri non sono meri epifenomeni
della mente, ma piuttosto vibrazioni energetiche in grado di interagire con il
tessuto fondamentale dell’universo. Questa interazione sottolinea l’importanza
della coscienza umana come agente attivo nella manifestazione della materia e
negli eventi.
In tutte le culture del mondo esiste l’idea di una giustizia
retributiva negli eventi o di un karma. Questa idea consiste nel pensare che,
se facciamo del bene, ci verrà del bene e che, se facciamo del male, ci verrà
del male. Ma questa è superstizione: per la legge dell’azione/reazione è
esattamente il contrario. Se facciamo del bene (azione) susciteremo una
reazione maligna, a noi o alle persone che ci stanno vicine. E, se facciamo del
male, susciteremo un’azione benigna. Questo perché azione e reazione sono
uguali, ma contrarie. In fisica, se io premo il suolo con un piede
(azione), il suolo eserciterà una reazione uguale ma contraria sul mio piede.
Se non ci credete, invito tutti a fare attenzione, perché queste
cose di solito ci sfuggono. Fate un’azione benefica (per esempio fate la carità
a un povero) e mettetevi ad osservare la prima cosa che vi succederà: qualche
incidente o qualche dolore o qualcosa che va storto. Voi obietterete che è un
caso, ma il caso non esiste. Tutto è regolato da leggi implacabili.
Allora mi domanderete: devo fare del male per avere del bene?
No, basta l’indifferenza, l’ignoranza. No, perché lo fai intenzionalmente, non
succede. Il male non viene da qualche trasgressione o colpa, oppure perché –
come pensava Voltaire – non facciamo il bene. Ma proprio perché facciamo il bene – mettendo al mondo il male. Volete
una prova?
Ci sono dittatori che fanno morire o torturare migliaia o
milioni di persone. Ma godono di ottima salute, dormono serenamente e vivono a
lungo (se qualcuno non li ammazza prima). Alessandro, Cesare, Napoleone,
Hitler, Mussolini, Gheddafi, Assad, Putin… non hanno avuto neanche un po’ di
acidità di stomaco. Perché fare il male fa stare bene. Mentre fare il
bene indebolisce. È vero che anche i cattivi muoiono ammazzati o vengono
colpiti da qualche malattia, ma esattamente come tutti quanti o perché qualcuno
si intromette nel loro destino (volontà contraria) – non perché abbiano fatto
il male.
Io parlo delle reazioni a breve termine, non di quelle a lungo termine.
Perché, a lungo termine, siamo tutti malati o morti. Non so se avete notato, ma
la vita è quella cosa che finisce sempre male… forse perché è un bene (?!).
Così, ogni fortuna prevede una sfortuna, e viceversa. Gli eventi
devono oscillare, come tutte le forze del mondo. Ogni successo prevede un
insuccesso. Oscillare e alternarsi. Non c’è scampo. Lo conferma anche la legge
delle probabilità: se getto una moneta, ci sono 50 probabilità che venga testa
e 50 che venga croce. E perché mai? Perché mai questa divisione a metà fra le
probabilità che compaiano le facce opposte della moneta? Ma perché sono i due
aspetti uguali ma opposti di una stessa cosa.
Non è così per ogni forza, per ogni cosa? Perché abbiamo due
cervelli. Perché abbiamo destra e sinistra, fisica, mentale e perfino politica?
Perché la respirazione si compone di due moti uguali ma contrari? Perché il
codice dei computer è binario: 1 o 0?
Non è perché l’azione (una delle due polarità) deve
corrispondere a una reazione uguale e contraria (l’altra delle due)? E che cosa
ha stabilito questa legge implacabile? Che cosa se non il dualismo
oscillatorio, l’oscillazione simmetrica ma contraria? E perché questo principio
non dovrebbe valere anche per i moti della mente e per gli eventi
oggettivi/soggettivi?
Forse questo non vi piace, soprattutto quando parlo di bene e di
male; ma, se non vi piace la forza di gravità, questa cesserà di agire? E chi
vi ha messo in testa che l’idea balzana che il bene deve prevalere sul male? Se
così fosse, si annichilerebbe anche il bene. La natura punta all’equilibrio fra
i contrari, come le spinte e controspinte di un ponte: devono equivalersi e, se
una delle due prevalesse, il ponte crollerebbe.
Quindi non ci sarà mai il prevalere di uno dei due opposti
complementari. Questo può avvenire solo per tempi brevi (il pendolo oscilla),
ma a lungo andare deve riformarsi una situazione di equilibrio. L’amore non può
prevalere sull’odio, la concordia sulla discordia, l’attrazione sulla
repulsione, ecc
L’universo è come un’enorme costruzione che si regge su spinte e
controspinte che devono grosso modo
essere uguali ma spingere in senso opposto. Altrimenti, il cosmo collasserebbe
in un attimo.
Dunque, abituatevi a ragionare non con le lenti colorate di ciò che voi
vorreste, ma di ciò che è. Anche perché le cose non sono affatto quelle che
sembrano, ma mutano di continuo. Il bene nel male, l’alto nel basso, il vivo
nel morto, l’essere col non-essere il forte nel debole, il bello nel brutto.
Guardate questa bellissima donna come sarà a 90 anni! E questo bellissimo
quadro non vi stuferà a lungo andare?
La volontà può cambiare entro certi limiti l’ampiezza delle oscillazioni,
ma non a lungo andare. A lungo andare prevale l’equilibrio, il 50 per cento.
Voi direte che metto insieme cose diverse, ma il punto è proprio questo: le
cose diverse, perché contrapposte diametralmente, stanno insieme. E tutte le
cose - non gli oggetti, ma le forze - stanno sempre insieme. L’universo è un
intrico di antinomie contrapposte, l’una collegata all’altra come i neuroni del
cervello o le galassie nel cielo. Un intrico di cose che si contrappongono a
cose che si contrappongono a cose che si contrappongono… Ogni antinomia si
contrappone in sé e si collega con tutte le altre.
Certo, sarebbe bello poter dare delle misure precise di queste
oscillazioni, come si fa per il mondo fisico con la matematica. E un giorno
forse ci riusciremo. Ma, intanto, possiamo essere certi che la legge delle
oscillazioni è sempre attiva e può cambiare e rovesciare le posizioni.
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