sabato 12 agosto 2023

Il Dio che muore

 

Secondo la fisica cosmologica, non possiamo sapere ciò che c’era all’origine del cosmo, perché qualsiasi cosa fosse è sparito inondando lo spazio di materia e radiazioni. Il che mi ricorda il concetto dello tzimtzum della mistica ebraica, secondo cui l’En Sof, l’Infinito, si sarebbe contratto o ritirato per lasciar spazio all’universo.

In un certo senso, potremmo dire che “Dio è morto” per permettere al cosmo di venire alla luce. Si è come dissolto perché con la sua luce troppo forte non avrebbero potuto apparire le ombre della creazione.

Questa ritrazione è una forma di autodistruzione, per cui Dio si ritira in se stesso per far accadere o emanare il diverso da Sé, la materia e le radiazioni.

Il mondo esiste perché Dio è assente. Simone Weil scrive per esempio che “la creazione stessa è contraddizione. È contraddittorio che Dio, che è infinito, che è tutto, a cui non manca nulla, faccia qualcosa che è fuori di Lui, che non è Lui, pur procedendo da Lui". Potremmo dunque concludere che Dio è assenza e silenzio, non presenza e parole come vorrebbe la volgarità, la superficialità, il materialismo e l’ignoranza delle religioni che vanno per la maggiore.

Non cercate dunque Dio: non lo troverete mai perché si è dissolto, come il sale nell’acqua. Fra parentesi, il mito della morte di Gesù, in quanto figlio di Dio, andrebbe presa alla lettera. È proprio morto. Altrimenti, sarebbe una sceneggiata.

Ciò che noi identifichiamo con il Big Bang, la grande esplosione iniziale che ha dato vita a tutto, è stata proprio l’esplosione di Dio, che si è suicidato per dare l’avvio all’universo.

Questo sacrificio si ripete adesso in ogni vita che deve dissolversi per lasciare il posto agli altri.

 

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