sabato 12 agosto 2023

Falsi dei

 

Non c’è da meravigliarsi che i “divi” di oggi siano soprattutto gli attori. Perché sono falsi come erano falsi gli dei di un tempo e il loro erede (unico ma trino), il dio di adesso.

Noi sovrapponiamo il ruolo (falso, inventato, fantasticato, immaginato) alle persone degli attori che neppure conosciamo. È così che si creano i miti moderni (e antichi).

Che sono nostre idee, non realtà.

Certo, una realtà c’è. Ma noi non la conosciamo e spesso è il contrario di quel che crediamo. (Una per tutte, il divo che viene ritenuto un grande conquistatore di donne e che poi risulta un omosessuale.) Noi conosciamo solo le nostre idee sulla realtà.

Questo vale per tutte le nostre conoscenze, perché non c’è neppure una sensazione o una percezione che non sia travisata e interpretata dalla mente.

Occorrerebbe dunque far tacere la mente. Ma la mente, come il cuore o il respiro, non può fermarsi. Mai. Può solo rallentare.

Allora, cosa meditiamo a fare?

Appunto, a rallentare, ad acquietare.

Acquietare la mente nel suo stato naturale di semplice consapevolezza della consapevolezza, rimanendo non perturbati dalle molteplici attività della mente (idee, ricordi, immaginazioni, ragionamenti, sensazioni…). È la base dei più avanzati stati di samadhi.

Si deve imparare a dimorare nella coscienza primordiale che, nelle parole di Alan Wallace, è quel “conoscere che precede un conoscere ‘un qualcosa’. Essere consapevoli di essere semplicemente consapevoli.”

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