martedì 14 marzo 2017

Psicosomatica

Da noi, in Occidente, si è pensato a lungo che corpo e mente fossero due entità distinte e separate. Pensiamo alla distinzione cartesiana tra res cogitans e res extensa; e pensiamo che ancora oggi la nostra medicina si occupa solo del corpo o solo della mente. Per fortuna, a poco a poco si diffonde l’idea che ogni essere è unitario e che non c’è separazione tra la dimensione fisica e la dimensione psichica.
In Oriente, il ponte di passaggio tra le due viene considerato il respiro. Che è sì un processo naturale e automatico, ma che risente contemporaneamente delle condizioni del corpo e della mente. Può quindi essere agito dalla mente.
Questo è il campo della meditazione. Attraverso la mente possiamo influire sul respiro, il quale può influire sul corpo, e viceversa.
Per esempio, se siamo agitati, tesi o stressati, un metodo utile per uscirne è rilassare, rallentare, approfondire e infine calmare il respiro. E questo intervento sul respiro influenzerà il corpo e l’intero processo psicosomatico.
Ma, affinché il metodo funzioni, bisogna addestrarsi un poco ogni giorno, preventivamente, in modo da riuscire a calmarci nei momenti di bisogno.
Se non sappiamo come meditare, proviamo a rilassarci tutti i giorni con alcuni minuti di respirazione armonica. Aggiungiamo poi la consapevolezza di essere presenti e vivi. E, infine, aggiungiamo la consapevolezza degli input che riceviamo, sia dall’esterno sia dall’interno.
Entriamo così nella via della meditazione vera e propria.


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