domenica 19 marzo 2017

Intelligenza ed etica

Leggendo certi libri sul buddhismo o su altre religioni, sembra che lo scopo sia quello di vivere una vita di perfetta moralità, dopodiché accederemo automaticamente all’illuminazione-redenzione. Quando mai? Potete essere gli individui più buoni del mondo, ma non per questo raggiungerete l’illuminazione.
In virtù di quale meccanismo, colui che è perfettamente buono e non fa mai del male (cosa impossibile) raggiungerebbe una visione profonda delle cose? Ci dovrebbe essere o una legge della reincarnazione o un Dio etico. Ma nemmeno questo basterebbe.
Un conto è essere buoni e un altro conto è essere intelligenti. Le due cose non sono affatto collegate. In fondo un idiota non può fare del male volontariamente, ma non per questo diventa intelligente.
Per veder chiaro, non basta esser buoni. Semmai è il contrario: chi vede chiaro non può far del male. Viceversa, chi è solo buono può essere anche uno stupido.
Il nostro compito è vedere, scoprire e svelare – e cambiare ciò che non va. E qui non basta più la moralità.

Ci vuole la chiarezza, l’acutezza, la concentrazione, la comprensione, l’apertura e l’ampliamento della mente. Altrimenti resteremo più o meno prigionieri e vittime dell’ignoranza/stupidità che domina il mondo.

Nessun commento:

Posta un commento