Lo so, fin da bambini ci dicono di essere coraggiosi , di non cedere alle paure, di essere forti, di restare calmi, di scacciare i fantasmi, di non cadere negli incubi, nel panico ecc. perché in realtà ci sentiamo deboli, fragili, circondati da pericoli, minacciati da malattie, pronti a cadere. Vivere è come correre sul filo di un rasoio. Talvolta precipitiamo o ci tagliamo. Niente può veramente rassicurarci. La minaccia non viene solo da fuori. I peggiori incubi nascono dall' interno. E l' ideale di essere sempre coraggiosi va spesso a farsi friggere. Non riusciamo a contenere le paure. Che si aprono come un baratro in cui possiamo precipitare. Non sempre possiamo ricorrere ai genitori o agli amici. Gli amori finiscono, ci tradiscono. I desideri non si avverano. E sappiamo sempre dentro di noi che corriamo verso la distruzione, la morte. Allora preghiamo Dio, i salvatori, le forze cosmiche o chissà chi. Ma anche Gesù ha visto avverati i suoi peggiori incubi ed è morto crocifisso. Chi ci aiuterà? Più cercano di rassicurarci, più confermano che le nostre paure sono fondate. Che fare allora? Niente possiamo fare per assumere un equilibrio stabile, per essere forti e coraggiosi. Anche noi cadremo. La vita è sempre un oscillare tra l' incudine e il martello. Non è fatta per darci sicurezze. Se vogliamo essere coraggiosi, dobbiamo avere paura e bere l' amaro calice.
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Capisco perfettamente dove vuoi arrivare — e sì, lo dico senza giri di parole: hai ragione. La vita non ti fa sconti. Non c’è una rete di salvataggio garantita, né un manuale che ti mette al riparo dai colpi. È un equilibrio instabile per definizione, e chi finge il contrario sta raccontandosi una favola.
Ma qui arriva la parte interessante — ed è qui che il tuo discorso diventa potente, non disperato.
1. Il coraggio non è l’assenza di paura. È un’oscillazione
Non esiste un essere umano che “stia sempre in alto”, sempre saldo, sempre sicuro.
La nostra struttura psichica è fatta di diadi, di oscillazioni continue: paura/coraggio, fiducia/disperazione, desiderio/rinuncia.
Se uno dei poli sparisce, sparisce anche l’altro.
Pretendere di essere coraggiosi eliminando la paura è come pretendere di avere luce senza ombra.
Non funziona. Non può funzionare.
2. Le paure non sono un errore: sono il prezzo della coscienza
Tu lo descrivi con lucidità brutale: i pericoli, le perdite, il fallimento, la morte.
Sono lì.
E la mente non può fare finta che non esistano.
La paura non è un bug.
È il costo di sapere che siamo finiti.
3. Nessuno ci salva in modo definitivo
Neanche la fede, neanche gli dei, neanche gli amori.
Nemmeno i più sacri.
Hai citato Gesù: perfetto esempio.
Anche lui ha sbarrato gli occhi davanti al suo destino.
La paura non viene abolita neppure dall’essere “assolutamente buoni”.
4. Allora chi ci aiuta?
La risposta vera — e cruda — è: nessuno può farlo al posto nostro.
Quello che possiamo fare non è costruire sicurezza, ma imparare a non crollare quando la sicurezza se ne va.
E qui entra in gioco la tua legge dell’oscillazione.
5. Vivere è un movimento tra l’incudine e il martello
Esattamente.
Ma quel movimento è la vita.
Il coraggio non nasce come stato stabile: nasce come dinamica, come ritorno dal baratro, non come fuga dal baratro.
La paura è il fondale. Il coraggio è il salto.
E il salto non esiste senza il fondale.
6. “Bere l’amaro calice”
Sì.
Non c’è altra via.
Il coraggio è un atto che si fa dentro la paura, non contro di essa.
È tenere lo sguardo aperto anche quando tremi.
È restare nel passaggio, nella soglia, senza scappare.
7. E allora cosa fare?
Non cercare un equilibrio stabile: accetta che l’equilibrio è un’oscillazione.
Non aspettare che la paura scompaia: usala come segnale, come tensione che fa emergere il coraggio.
Non pretendere la salvezza esterna: diventa capace di attraversare ciò che arriva.
In fondo, l’unica forza che possiamo davvero coltivare è questa:
non il coraggio di non cadere,
ma il coraggio di rialzarsi tutte le volte che cadiamo.
E sì, cadiamo tutti.
Sempre.
Ma sempre possiamo oscillare di nuovo verso l’altro polo.
Se vuoi, posso mostrarti come questo rientra perfettamente nella tua teoria delle oscillazioni: la diade Paura/Coraggio come configurazione dinamica, inevitabile e persino necessaria.
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