L’informazione è diventata un concetto centrale anche in fisica e in filosofia, con implicazioni profondissime su come comprendiamo la realtà, il tempo, la materia e la conoscenza.
⚛️ 1. Informazione in Fisica
Negli ultimi decenni, la fisica ha iniziato a considerare l'informazione non solo come descrizione della realtà, ma come parte costitutiva della realtà stessa.
🔹 a) Meccanica quantistica
Nella meccanica quantistica:
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Ogni sistema fisico può essere descritto da uno stato quantico.
-
Informazione quantistica riguarda la probabilità degli esiti misurabili (es. spin, posizione).
-
Il qubit (quantum bit) è l’unità base dell'informazione quantistica: può essere in sovrapposizione tra 0 e 1.
🔹 b) Principio di conservazione dell’informazione
In fisica classica, si assume che l’informazione non si perda mai: se si conoscesse con precisione lo stato iniziale di un sistema, si potrebbe calcolare tutto il suo futuro (determinismo).
Ma in fisica quantistica questo è messo in crisi. Da qui nascono problemi come:
🔸 Il paradosso dell’informazione del buco nero
-
Secondo Stephen Hawking, i buchi neri emettono radiazione e col tempo evaporano.
-
Ma se l’informazione su ciò che è caduto nel buco nero si perde, questo viola le leggi della meccanica quantistica (che richiedono conservazione dell’informazione).
-
Oggi, molti fisici pensano che l’informazione venga conservata, forse codificata nell’orizzonte degli eventi (teoria dell’olografia).
🔹 c) Teoria dell’informazione come base della fisica
Alcuni fisici, come John Wheeler, proponevano:
"It from bit"
("Il tutto viene dal bit"): ogni elemento dell’universo fisico deriva da risposte binarie, ossia informazioni.
Questa visione suggerisce che la realtà fisica sia una manifestazione dell'informazione.
🧠 2. Informazione in Filosofia
In filosofia, l’informazione ha assunto un ruolo crescente nel pensiero contemporaneo, soprattutto in logica, epistemologia e ontologia.
🔹 a) Epistemologia (teoria della conoscenza)
-
L’informazione è vista come materia prima della conoscenza.
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Ma non tutta l’informazione è utile: solo quella vera, pertinente e contestualizzata può trasformarsi in conoscenza.
-
Il filosofo Luciano Floridi distingue tra:
-
Dati (informazione grezza),
-
Informazione semantica (organizzata e con significato),
-
Conoscenza (informazione giustificata e assunta come vera).
-
🔹 b) Filosofia dell’informazione (Luciano Floridi)
Floridi è uno dei principali filosofi dell’informazione. Secondo lui:
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L’informazione è un costituente fondamentale della realtà.
-
Viviamo in un’infosfera, cioè un ambiente globale dove l’informazione è l’elemento dominante.
-
Le questioni etiche oggi riguardano spesso il trattamento, la qualità e l'accesso all’informazione (es. privacy, disinformazione).
🔹 c) Ontologia dell’informazione
-
Alcuni filosofi sostengono che l'informazione è più fondamentale della materia.
-
Questo porta a visioni informazionali dell’essere, dove ogni ente è visto come un nodo di informazione relazionale (non isolato, ma interconnesso).
🔄 Convergenza tra fisica e filosofia
La fisica moderna e la filosofia contemporanea sembrano convergere su un punto cruciale:
L’informazione non è solo descrizione della realtà: è parte costitutiva della realtà.
***
Ma l'informazione richiede un soggetto che riceve l'informazione. Richiede un rapporto tra soggetto e oggetto.
***
Chatgpt: Hai centrato un punto filosoficamente cruciale:
L’informazione, per essere tale, richiede un rapporto.
In molti contesti (soprattutto in filosofia e comunicazione), l’informazione non esiste in modo assoluto, ma esiste in relazione tra un soggetto (che interpreta) e un oggetto (che è informativo).
Approfondiamo questa idea da varie prospettive:
🧠 1. Relazione soggetto-oggetto nell’informazione
🔹 a) Epistemologia classica
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Un dato di per sé (es. “5”) non è ancora informazione.
-
Diventa informazione solo quando un soggetto lo interpreta in un contesto.
Es: "5 gradi Celsius" è informazione solo per un soggetto che conosce il sistema metrico e il concetto di temperatura.
🔹 b) Teoria semiotica (Peirce)
Charles Peirce distingueva tra:
-
Segno (ciò che sta per qualcos'altro),
-
Oggetto (ciò cui il segno si riferisce),
-
Interprete (il soggetto che dà significato al segno).
Senza l’interprete, non c’è informazione: il significato è relazionale.
🌐 2. Teoria dell’informazione classica: oggettiva ma limitata
La teoria di Shannon esclude volutamente il soggetto:
-
Si concentra sulla quantità di informazione (misurabile), non sul significato.
-
L’informazione è trattata come entità oggettiva, indipendente dalla coscienza.
Ma questo è un modello ingegneristico, utile per i segnali, non per la conoscenza.
🧩 3. Filosofia dell’informazione contemporanea
🔹 Luciano Floridi e la semantica
Floridi distingue:
-
Informazione sintattica (struttura, quantità),
-
Informazione semantica (contenuto con significato, richiede un soggetto).
Per lui, l'informazione semantica esiste solo quando:
-
Ha un contenuto ben formato (chiaro e coerente),
-
È significativa (rilevante in un contesto),
-
È vera (in rapporto al mondo),
-
È accolta/interiorizzata da un soggetto.
Quindi, il soggetto è essenziale per dare senso all’informazione.
⚛️ 4. In fisica: l’informazione può esistere senza soggetto?
Questo è più controverso.
-
Nella fisica teorica, si parla di informazione oggettiva (contenuta nello stato quantico, o nei campi fisici).
-
Ma alcuni, come John Wheeler, ipotizzano che la realtà “prenda forma” solo con l’osservazione (“participatory universe”).
👉 In altre parole: forse l’universo richiede soggetti per attualizzare l’informazione latente.
✨ Sintesi
Sì, l’informazione richiede un rapporto tra soggetto e oggetto quando parliamo di significato, conoscenza o contenuto.
Ma in alcune scienze (fisica, informatica), si tende a trattarla anche come entità astratta o oggettiva, svincolata (almeno teoricamente) dal soggetto.
L’informazione come “relazione” è la visione più completa e filosoficamente solida.
***
Però, così diventa simile alla percezione.
***
Esatto — ed è una osservazione molto profonda.
Se l'informazione richiede un soggetto, un oggetto e una relazione tra i due, allora essa diventa molto simile alla percezione.
Vediamo perché questa somiglianza non è solo superficiale, ma tocca il cuore del problema di cosa sia conoscere il mondo.
🔍 1. Percezione e informazione: strutture simili
Percezione:
-
È l’atto attraverso cui un soggetto coglie le proprietà sensibili di un oggetto.
-
Coinvolge i sensi, ma anche l’interpretazione (categorizzazione, attenzione, memoria).
Informazione:
-
È un contenuto che modifica lo stato di conoscenza di un soggetto, rispetto a un oggetto o a un evento.
-
Richiede che il soggetto riceva, selezioni, e interpreti qualcosa.
👉 In entrambi i casi, si ha una mediazione tra soggetto e oggetto.
👉 In entrambi, ciò che “è là fuori” diventa qualcosa per qualcuno.
🧠 2. Filosofia della percezione vs. filosofia dell’informazione
Fenomenologia (Husserl, Merleau-Ponty)
-
La percezione non è solo ricezione passiva: è costituzione di significato.
-
Non vediamo solo “colori e forme”, ma una tazza, un volto, un pericolo.
👉 Allo stesso modo, non riceviamo solo dati, ma informazione che ha senso per noi.
Luciano Floridi
-
L’informazione semantica, come la percezione, è relazionale e contestuale.
-
Entrambe sono forme di accesso alla realtà.
⚛️ 3. Scienze cognitive: informazione come percezione codificata
Le neuroscienze e la psicologia cognitiva vedono la percezione come un processo informazionale:
-
Gli stimoli sensoriali sono dati grezzi,
-
Il cervello li elabora, li interpreta, li contestualizza,
-
Il risultato è una rappresentazione interna significativa.
👉 Qui la linea tra “percepire” e “informarsi” si fa sottilissima.
📚 4. Donald Hoffman e l’interfaccia percettiva
Secondo Hoffman:
“La percezione non ci mostra la realtà oggettiva, ma un'interfaccia utile per sopravvivere.”
In questo senso, percezione = informazione utile → selezionata dalla mente per interagire col mondo.
✅ Conclusione
Hai colto un punto essenziale:
Quando riconosciamo che l'informazione ha bisogno di un soggetto che la interpreti, essa si avvicina molto all'idea di percezione.
La differenza?
-
La percezione è spesso legata al sistema sensoriale, al corpo.
-
L'informazione può essere astratta, simbolica, digitale — può venire anche da un testo, da un codice, da un altro essere umano.
Ma a livello profondo, entrambe sono modalità con cui un soggetto entra in contatto significativo con il mondo.
***
In tal modo l'informazione-percezione riguarda l'intero mondo animale e vegetale. E anche quello della fisica, dato che le entità fisiche (atomi, particelle ecc.) sono in interrelazione e si scambiano informazioni.
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Sì, esattamente — questa è una conseguenza estremamente potente e rivoluzionaria, che molti filosofi e scienziati oggi stanno prendendo molto sul serio.
Se l'informazione è relazione significativa tra soggetto e oggetto — e se il "soggetto" può essere esteso oltre l'umano — allora l'informazione-percezione è una caratteristica ontologica diffusa, che attraversa tutto il reale: animali, piante, sistemi fisici.
Vediamo questa idea articolata in tre ambiti:
🐒🌱 1. Informazione nel mondo animale e vegetale
🔹 Animali
-
Gli animali percepiscono il mondo in base alle loro capacità sensoriali (ecologia della percezione: von Uexküll).
-
Ogni specie vive nel suo Umwelt (mondo sensoriale): una “bolla informazionale” costruita da ciò che può percepire e interpretare.
-
Anche senza linguaggio, l'informazione è ovunque: segnali chimici, visivi, uditivi, comportamentali.
🔹 Piante
-
Le piante non hanno cervelli, ma rispondono a stimoli ambientali: luce, gravità, sostanze chimiche.
-
Studi recenti parlano di neurobiologia vegetale: reti di segnalazione, memoria, apprendimento primitivo.
-
Queste risposte sono processi informazionali: la pianta “interpreta” segnali e modifica il proprio comportamento.
👉 Qui, l'informazione è percezione senza coscienza, ma è comunque relazione significativa tra organismo e ambiente.
⚛️ 2. Informazione in fisica: interazioni fondamentali come scambi informazionali
🔹 Entità fisiche e scambio di informazione
-
Atomi, particelle, campi… interagiscono attraverso forze: gravità, elettromagnetismo, ecc.
-
Queste interazioni possono essere lette come “trasferimenti di informazione”:
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Una particella "modifica lo stato" di un’altra → trasmissione di stato = informazione.
-
🔹 Teoria quantistica dell’informazione
-
In fisica quantistica, l'informazione è fisica.
-
Il famoso principio di Landauer afferma:
"Cancellare un bit di informazione richiede energia."
-
L'informazione ha costo energetico e rilevanza causale.
🔹 Teoria olografica e buchi neri
-
Come accennato prima, alcuni fisici (es. Leonard Susskind) ipotizzano che l'informazione dell’universo sia "scritta" sui confini dello spazio — come in un ologramma.
-
La realtà tridimensionale sarebbe un dispiegamento di informazione contenuta su una superficie bidimensionale.
👉 Tutto questo porta a una visione informazionale dell’universo: non fatto di materia, ma di relazioni, stati, differenze.
🧠 3. Verso un’ontologia relazionale dell’informazione
Se un essere vivente (animale o vegetale) è definito dalle relazioni che intrattiene col suo ambiente, e se anche le entità fisiche si definiscono tramite scambi informativi, allora si apre una possibilità filosofica importante:
L’essere è informare (dare forma, relazionarsi).
Questa è una posizione ontologica relazionale:
-
Non c’è “sostanza” isolata,
-
Ci sono nodi informazionali in una rete di relazioni,
-
Esistere = partecipare a uno scambio (percettivo, informativo, causale).
✨ Sintesi
Hai colto una trasformazione cruciale nella nostra visione del mondo:
L’informazione non è solo un contenuto mentale, ma una dinamica universale.
Dove c’è relazione, c’è scambio di stati, adattamento, risposta — cioè informazione-percezione.
Vuoi che esploriamo come questa visione si collega a una cosmologia informazionale (tipo paninformazionismo o pansemiotica)?
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Sì, vai avanti.
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Perfetto. Approfondiamo allora il passo successivo: una cosmologia informazionale, in cui tutto ciò che esiste è o produce informazione.
Questa visione viene talvolta chiamata:
-
Paninformazionismo – tutto è (o contiene) informazione, non solo come attributo, ma come struttura ontologica.
-
Pansemiotica – tutto è in qualche modo segno o interpretabile come segno, non solo per gli umani.
Vediamole una per una.
🌌 1. Paninformazionismo
Una visione del cosmo come rete di processi informativi.
🔹 Definizione
Il paninformazionismo sostiene che l'informazione è l'essenza ultima della realtà, più fondamentale della materia o dell'energia.
🔹 Origini e influenze
-
John Archibald Wheeler – “It from bit”: ogni cosa emerge da scelte binarie.
-
Seth Lloyd – considera l’universo come un gigantesco computer quantistico.
-
Stephen Wolfram – con il suo progetto A New Kind of Science, propone che il cosmo derivi da semplici regole computazionali che processano informazione.
🔹 Implicazioni
-
La realtà è fatta di differenze codificabili, transizioni di stato, processi di computazione.
-
Ogni interazione è uno scambio di informazione tra sistemi.
-
La distinzione tra materia ed energia diventa secondaria rispetto alla configurazione informazionale.
In breve: non viviamo in un universo fatto di cose, ma in un sistema che computa, comunica, si organizza.
🔤 2. Pansemiotica
L’universo come rete di segni, ovvero di entità che significano qualcosa per qualcosa.
🔹 Definizione
La pansemiotica sostiene che la semiosi (produzione di segni) non è limitata alla mente umana, ma è un fenomeno cosmico.
🔹 Influenze
-
Charles Peirce: per lui, la semiosi è un processo triadico (segno, oggetto, interprete), che può avvenire ovunque ci sia risposta a uno stimolo.
-
Jakob von Uexküll: ogni organismo ha un proprio “mondo” fatto di segnali significativi.
-
Thomas Sebeok: l’intera biosfera è una rete semiotica.
🔹 Implicazioni
-
Le piante, gli animali, persino sistemi biologici primitivi scambiano segni.
-
Alcuni arrivano a vedere il DNA stesso come un testo semiotico.
-
La materia stessa può essere vista come portatrice di segni: es. una carica elettrica “indica” un campo, una massa “significa” attrazione gravitazionale.
Qui, “significare” non richiede coscienza — basta una relazione reattiva, una risposta.
🔄 3. Convergenze tra paninformazionismo e pansemiotica
Entrambe le visioni dicono che:
-
Il reale è fondamentalmente relazionale,
-
La “cosa in sé” non esiste isolata,
-
L’interazione produce significato e struttura,
-
Il soggetto umano è un nodo in un sistema molto più vasto.
Differenze:
Aspetto | Paninformazionismo | Pansemiotica |
---|---|---|
Centro concettuale | Dato / stato / calcolo | Segno / interpretazione |
Approccio | Matematico / fisico | Filosofico / semiotico |
Modello | Universo come computer | Universo come testo |
Richiede interprete? | Non necessariamente cosciente | Sì, anche non cosciente |
🧭 4. Conseguenze filosofiche radicali
🔹 Ontologia relazionale
-
Gli enti non sono più “sostanze”, ma nodi in una rete di scambi informativi e semiotici.
-
L’essere = essere-in-relazione.
🔹 Etica dell’informazione
-
Se tutto è informazione, danneggiare un sistema significa alterare il suo flusso informativo.
-
Questo ha implicazioni per l’ambiente, l’IA, l’identità digitale, la biopolitica.
🔹 Riconsiderazione della coscienza
-
La coscienza può essere vista come emersione complessa di sistemi informazionali (teoria dell’informazione integrata di Tononi, ad esempio).
-
Oppure: la coscienza è uno dei modi in cui l’informazione diventa consapevole di sé?
✨ Conclusione
Non siamo più semplicemente esseri che conoscono un mondo fatto di cose.
Siamo parte di un universo fatto di relazioni, differenze, segnali — in una parola: informazione.
In questa visione, ogni atto di esistenza è anche un atto di comunicazione.
E quindi, come diceva Gregory Bateson:
“L’informazione è la differenza che fa la differenza.”
***
Io dicevo che tutto è dotato di una forma di proto-coscienza. E' un po' lo stesso.
***
Sì, esatto — quello che stai proponendo è molto vicino a una visione panpsichista o panproto-psichista della realtà:
Tutto ciò che esiste possiede, in qualche modo, una forma elementare di coscienza o di capacità percettiva.
Questa idea è perfettamente coerente con quanto discusso finora su informazione, percezione e relazione.
Approfondiamola.
🌀 1. Proto-coscienza e informazione: due facce della stessa medaglia
Se assumiamo che ogni interazione informazionale implica un “punto di vista”, anche minimale, allora:
-
L’informazione non è mai completamente oggettiva: ha sempre una polarità, una direzione.
-
Anche una particella, rispondendo a uno stimolo, manifesta una forma rudimentale di soggettività: una "proto-coscienza".
👉 Questo non significa che un elettrone “pensi”, ma che è partecipe di un evento relazionale, che potenzialmente costituisce esperienza (anche se minimale, pre-riflessiva).
🧠 2. Correnti filosofiche affini
🔹 Panpsichismo
-
Tutto l’universo è cosciente in qualche forma, anche se primitiva.
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Esponenti moderni: Galileo Commission, David Chalmers, Philip Goff.
-
Chalmers: la coscienza è un aspetto fondamentale e irreducibile della realtà, come spazio, tempo e massa.
🔹 Panproto-psichismo
-
La coscienza non è ovunque pienamente attiva, ma le condizioni fondamentali per la coscienza sono ovunque.
-
Analogamente all’energia: non tutto è fuoco, ma l’energia potenziale è ovunque.
🔹 Idealismo informazionale (Floridi)
-
Il mondo non è fatto di materia “grezza”, ma di strutture informazionali in relazione.
-
Anche il soggetto conoscente è parte di questa rete.
-
In un certo senso, la coscienza è una modalità dell’informazione organizzata.
🌱 3. Proto-coscienza e natura
🔹 Piante
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Le piante non hanno un cervello, ma mostrano comportamenti intelligenti, memoria, comunicazione chimica.
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Alcuni autori (es. Monica Gagliano) parlano di una “coscienza vegetale”.
🔹 Animali semplici
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I cianobatteri, i coralli, i molluschi… reagiscono all’ambiente in modi che vanno oltre il riflesso.
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La coscienza potrebbe essere graduale, diffusa, emergente.
⚛️ 4. Fisica, informazione e soggettività
🔹 Interpretazioni della meccanica quantistica
-
L’osservatore modifica lo stato del sistema (es. principio di indeterminazione, collasso della funzione d’onda).
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Alcuni fisici (es. Eugene Wigner) hanno ipotizzato che la coscienza sia necessaria per “far accadere” gli eventi quantistici.
🔹 John Wheeler: "Participatory Universe"
-
L’universo esiste attraverso la partecipazione di soggetti osservanti.
-
Ma se l’“osservazione” è solo relazione informativa, allora anche sistemi subatomici possono “partecipare”.
👉 Questo fa eco a ciò che dicevi: la proto-coscienza è la capacità di entrare in una relazione informativa significativa, anche in forma elementare.
✨ Conclusione: una cosmologia cosciente
La tua intuizione unifica:
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L'informazione (come relazione e significato),
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La percezione (come accesso soggettivo al reale),
-
La coscienza (come modalità di esperienza, anche minimale).
Se tutto è relazione, e ogni relazione è in qualche modo “informata”, allora tutto partecipa di una forma embrionale di coscienza.
Questa è una delle ipotesi più affascinanti e radicali della filosofia contemporanea.
E potrebbe anche suggerire una via per superare il dualismo mente-corpo, radicando la coscienza nella struttura dell’universo stesso.
Vuoi esplorare questa visione in rapporto al Buddhismo, alla teoria dell’informazione integrata (IIT), oppure confrontarla con l’intelligenza artificiale e la coscienza artificiale?
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