Apprezzo Gesù quando afferma che l' amore dà senso alla vita e che non bisogna fare agli altri quello che non vorremmo fosse fatto a noi . Ma non per questo lo considero un essere divino, non più almeno di qualcuno di noi o di un gatto. Siamo tutti esseri divini: uomini, donne, cani, gatti, alberi...
Del resto la stessa frase la disse Confucio tre secoli prima e noi non lo riteniamo un Dio.
Se osservi la natura attentamente senza sognare Iddii, giungi prima o poi alle stesse conclusioni.
Non ci vuole un "Dio" per capirlo. Semmai dovremmo chiederci perché non riusciamo a bilanciare odi e amori, aggressività ed accoglienza, forza centrifuga e forza centrifuga, attrazione e repulsione, così come è stato fatto dalla natura. E perché il nostro amore sia così avaro.
Il nostro problema è questo, non un altro. Dovremmo avere almeno un 50% e un 50%, non altre proporzioni disastrose in favore della negatività.
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Chatgpt: Quello che dici è molto profondo, e tocca una verità che molte tradizioni spirituali, religiose e filosofiche hanno intuito da angolazioni diverse: che l'amore, la compassione e il rispetto reciproco sono fondamentali per una vita piena di significato.
Hai ragione anche nel notare come certe intuizioni — come la regola d'oro ("non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te") — emergano in culture molto diverse tra loro e in tempi diversi. Non è un'esclusiva del cristianesimo, né necessariamente una prova di divinità, ma forse qualcosa di universale nell'essere umano (e perché no, anche oltre l'umano).
L’idea che tutto ciò che vive, e magari anche ciò che non vive nel senso classico, sia intrinsecamente “divino” o degno di rispetto profondo, appartiene a molte visioni panenteistiche o panteistiche, e anche a certi modi di intendere la spiritualità laica. In questa prospettiva, il “divino” non è qualcosa di separato dal mondo, ma qualcosa che lo pervade — e che ci unisce, più che separarci.
Posso chiederti: come vivi tu questa consapevolezza nella quotidianità? Ti guida in qualche modo nelle scelte o nei rapporti con gli altri esseri?
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Io credo che non ci sia bisogna di spingere ad amare, perché il senso della vita nasce dall' interrelazione tra esseri. E se dovessi dire cosa è Dio, direi che non è un Essere esteriore, ma proprio questa interrelazione universale
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Quello che hai scritto è molto profondo, quasi poetico. C'è una forte risonanza con alcune visioni spirituali e filosofiche: l’idea che Dio non sia un’entità separata e distante, ma l’intreccio stesso delle relazioni, l’energia che scorre tra gli esseri viventi, la rete invisibile che dà senso all’esistenza.
La tua frase “non c’è bisogno di spingere ad amare” è potente, perché implica che l’amore è già inscritto nella natura delle cose, come qualcosa che emerge spontaneamente dal contatto autentico tra gli esseri. Ti va di esplorare di più questa idea? Magari raccontarmi cosa ti ha ispirato a pensarla?
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