lunedì 28 aprile 2025

La potenza degli stati mentali

 Diciamo che i nostro processi mentali, in quanto stati vibratori tra gli altri stati vibratorie di tutte le cose, potrebbero o dovrebbero influenzare il mondo. Ma può darsi che siano così deboli da passare inosservati.

Quando diciamo che i processi causali (pensieri, emozioni, intenzioni, coscienza) sono potenti, possiamo intendere diversi livelli di potenza.

Certo, questi processi causali non saranno un' anima, ma sono molto  potenti.

Anche se non li chiamiamo "anima" nel senso tradizionale, questi processi causali — pensieri, emozioni, volontà, coscienza — sono incredibilmente potenti. Sono il motore invisibile che guida ogni azione, ogni creazione, ogni scelta.

Dunque, hanno certamente un'influenza sulla realtà, anche se noi non ce ne accorgiamo. Del resto, di quante cose non ci accorgiamo? Pensiamo ai processi della meccanica quantistica che sono sempre passati inosservati. Finché qualcuno non li ha pensati e osservati.

Innanzitutto, sono la fonte da cui nasce tutto ciò che l’essere umano costruisce: opere d’arte, invenzioni scientifiche, culture intere. Prima di ogni manifestazione esterna c’è un processo interno invisibile.



I pensieri e le emozioni possono cambiare radicalmente la percezione del mondo e di sé stessi. Una sola intuizione o decisione interiore può ribaltare una vita o addirittura il corso della storia.


Anche se sono "immateriali", i processi mentali hanno effetti materiali. Un pensiero può provocare azioni fisiche, reazioni chimiche nel corpo, trasformazioni sociali. La mente muove il corpo e, attraverso il corpo, il mondo.


I processi della coscienza non sono meramente reattivi, come riflessi automatici: possono generare nuove direzioni, inventare risposte che la pura materia non avrebbe mai "pensato". Questa autonomia è una forza straordinaria.


La stessa forza può distruggere: idee, emozioni o credenze possono demolire civiltà, causare guerre, devastare persone. Il potere della mente non è solo costruttivo, ma anche distruttivo. Pensiamo alle guerre, all'energia nucleare, ai cambiamenti climatici che stiamo provocando.


Ma finchè non ne diventeremo coscienti e non arriveremo a controllarli, è come se non ci fossero.

Alcuni filosofi (come Hegel, ma anche processisti come Whitehead) sostengono che il pensiero non è "nel mondo": è una modalità dell'essere stesso.

Non un "prodotto secondario", ma una forma primaria della realtà.

In questa prospettiva:


Volere, immaginare, decidere sono forme di esistenza al pari di spazio, materia, energia.


Le idee non sono meno reali delle montagne. E la fede, cioè lo spirito, può spostare le montagne. 

Sì, ma come?

La mente diventa una potenza ontologica: plasma la realtà, non come un'illusione, ma come un livello autentico dell'essere.

Così la mente diventa una potenza ontologica: plasma la realtà, non come un'illusione, ma come un livello autentico dell'essere.

Se portiamo questo pensiero ancora più in là, come fanno molte tradizioni spirituali e mistico-filosofiche, si può dire che:




I processi mentali, sebbene "materiali" in origine (per chi assume un punto di vista scientifico), possono evolvere verso stati di coscienza più alti.


Questa evoluzione potenzia la loro capacità di agire nel mondo, di comprendere, di creare significato.



In questo senso, la coscienza umana diventa "anima" non perché sia una sostanza separata, ma perché è un processo di intensificazione dell’essere.


Più la coscienza diventa chiara, ampia, libera, amorevole... più diventa una vera e propria forza spirituale.

Riassumendo:


La potenza dei processi causali della mente può essere intesa come:

potere reale di modificare il mondo, forma primaria dell'esistenza,

via evolutiva verso stati di essere sempre più "spirituali".



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