lunedì 25 aprile 2016

Parole inutili

Parlare di un’esperienza non è certo viverla. Anzi, è il contrario.
Se dico che la vita è sogno e illusione, forse lo capisco a livello intellettuale, ma non lo sperimento ancora: resto convinto che questo mondo sia reale. E, di solito, quando faccio un’esperienza, mentre la faccio, non ne parlo.
Diceva Lao-tzu che il Tao è ciò di cui non si può parlare, perché è la realtà che non può essere espressa a parole. E Wittgenstein aggiungeva che ciò di cui non si riesce a parlare, è meglio tacere.
Se dico che il fondamento di tutto è vuota chiarezza o pura consapevolezza, dovrei esperirlo, non limitarmi a pensarlo.
Per capire la verità, dovrei farne esperienza - cioè avvicinarmi il più possibile a quella consapevole e vuota chiarezza. E smettere sia di cianciare sia di pensare.
Se ne parlo o anche solo se cerco di pensarla intellettualmente, la tradisco, me ne allontano, entro nel mondo del dualismo mentale che non può, per sua natura, esprimere ciò che è unitario.

Per fare esperienza della realtà fondamentale, devo far tacere ogni parola, ogni pensiero, e farmi vuota e consapevole chiarezza.

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