lunedì 25 aprile 2016

Immedesimazione ed straneazione

Gli attori hanno due metodi di recitazione. Nel primo, l’immedesimazione, si fondono con il personaggio che recitano; nel secondo, l’estraneazione, ne prendono le distanze e si guardano recitare.
Sembrano due metodi contraddittori. In realtà sono due metodi complementari che vanno alternati. Le contraddizioni, infatti, sono tali solo per la logica, ma non per la vita.
Lo stesso avviene in meditazione. Un po’ ci si deve immedesimare in quella particolare rappresentazione che è la vita ed un po’ dobbiamo prenderne le distanze, osservandoci recitare/vivere.
Pensare di vivere non è vivere. Noi, per vivere, dobbiamo fare esperienza diretta delle cose. Però, per fortuna, non siamo solo come gli altri animali e possiamo guardarci vivere.
Non si tratta di due momenti separati, ma di un alternarsi continuo di immedesimazione ed estraneazione. Due momenti di meditazione che si avvicendano rapidamente come yang e yin, come positivo e negativo. Nessuno dei due può fare a meno dell’altro.
Una volta appurati questi due processi, per trovare il nostro fondamento o la nostra natura ultima, dobbiamo alla fine sperimentare il campo unificato, al di là del dualismo naturalistico e mentale.


Nessun commento:

Posta un commento