domenica 8 novembre 2015

Religioni e intolleranza

La situazione si ripete uguale in ogni parte del mondo, oggi come in passato. Un partito fondamentalista prende il potere in un paese, e da quel momento perseguita chi la pensa diversamente e vuole imporre il suo credo.
Lo vediamo in tutti i paesi islamici e lo vediamo anche in India, dove il potere è stato occupato da un partito hindu. Ed ecco che tutti i giorni si verificano aggressioni e uccisioni di membri di altre fedi religiose e anche di semplici laici che non vogliono essere intruppati in una religione in cui non credono.
Chi ha una fede, nonostante le belle parole su Dio, sulla misericordia, sulla compassione e sull’amore, vede gli altri come nemici e odia istintivamente tutti coloro che non la condividono e che con la loro sola presenza rappresentano una posizione critica. Non si limita ad esercitare la propria fede, ma vuole imporla, con le buone o con le cattive. Perfino nei Vangeli troviamo in una parabola parole di Gesù che incitano a “costringere ad entrare” (compelle intrare, in latino).
Negli uomini di fede, che credono di avere la verità, non c’è rispetto per le credenze altrui: si vuole imporre a tutti lo stesso comportamento. Prendiamo il caso delle leggi che hanno un rilievo etico: divorzio, aborto, eutanasia, ecc. Il credente vorrebbe imporre all’intera società le proprie convinzioni, negando agli altri la libertà di scelta. In questo il mondo laico è enormemente superiore al mondo religioso, perché non costringe nessuno a divorziare o ad abortire. Ma il fondamentalista odia la libertà altrui.
Insomma, guardiamoci bene dal portare al potere un partito religioso: sarebbe la fine della libertà per tutti gli altri.

Ma perché gli integralisti odiano tanto chi la pensa diversamente? Perché non vogliono avere dubbi, perché non vogliono mai più rimettere in discussione convinzioni che, dentro di loro, sanno non avere nessun fondamento se non la coercizione.

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