venerdì 23 maggio 2014

Desiderio come possesso

Ovviamente il desiderio è qualcosa che ci spinge al di fuori di noi, verso il mondo e gli altri. E questo è un bene. Ma se desiderare significa sforzarsi si acquisire persone, cose, fama, potere, ricchezza, ecc. resta un tentativo disperato di possedere ciò che in realtà non sarà mai nostro.
Posso comprare una casa o una persona, ma prima o poi, o comunque dopo la mia morte, quella casa o quella persona non potranno seguirmi e saranno di altri o di se stessi. Così scopro che nessuno possiede mai niente.
Tutto sommato, l’attività acquisitiva esterna ci allontana da noi stessi e ci procura una specie di protesi illusoria che prima o poi sarà rigettata. Non a caso, certi imperatori nell’antichità stabilivano che alla loro morte venissero “sacrificati” la moglie, i servitori e perfino gli animali – speravano di portarseli dietro. E ancora oggi qualcuno uccide l’essere amato con la stessa assurda intenzione.

Ma gli altri e le cose non sono in nostro possesso. L’unico nostro “possesso ”è ciò che siamo – ed è questa l’unica cosa che possiamo portarci dietro, nel bene e nel male.

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