Carlo Verdone, il noto attore, a
una domanda se credesse in Dio, ha risposto: “Non voglio credere che tutto
finisca qui. Sarebbe una presa in giro!”
Proprio così. La risposta ci
chiarisce perché si crede in un Dio che dovrebbe salvarci dalla morte: perché saremmo
colpiti da troppa angoscia. Allora elaboriamo una fede ottimistica e
semplicistica per salvare la nostra tranquillità.
Ma, poiché la morte è
definitiva, bisogna affrontare proprio questa angoscia, non vivere per eludere
la verità, non vivere con gli occhiali rosa.
Anche perché immaginare il
paradiso per evitare l’angoscia non risolve il problema di conservare la nostra
tranquillità. Infatti, dobbiamo ammettere che, se esiste il paradiso, deve
esistere anche l’inferno per punire i malvagi. E chi ci assicura che non ci
finiremmo anche noi?
Una nuova angoscia.
Il fatto è che la nostra mente
duale non ci permette di concepire una vera morte, ossia una vera trascendenza.
Continuiamo con i nostri giochi mentali per bambini che non sanno affrontare le
paure e le angosce - e che devono ancora ricorrere al Papà (celeste) che li
rassicuri.
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