Noi non pensiamo le cose. Ma le
nostre idee sulle cose, idee che ci vengono dal passato, dalla cultura, dalla
religione, dalla famiglia e da mille ideologie che ci condizionano ogni
approccio. Di conseguenza, non vediamo il mondo così com’è, ma le nostre idee
che ci siamo fatti sul mondo. Perfino le nostre percezioni sono distorte dalle
idee e dalle immagini che ci vengono dal passato.
Non vediamo niente e non
incontriamo nessuno in modo reale.
Per esempio, l’amore dipende dai
primi mesi di vita e dalle idee che ci siamo fatti su quella che deve essere la
nostra donna o il nostro uomo ideale.
Quindi ci innamoriamo di un’immagine, non di una persona reale – con
conseguenze distruttive quando incominciamo a conoscere la vera persona.
Dunque, anche nell’intimità
siamo condizionati dalle conoscenze passate.
Figuriamoci quando cerchiamo di
interpretare il mondo in base alle nostre ideologie.
Per esempio, il nazionalismo è
una delle ideologie più stupide. Non solo perché veniamo da una storia di un
nazionalismo che ha già scatenato due guerre mondiali e altre innumerevoli
guerre, ma anche perché, se tutti siamo nazionalisti, finiremo per scontrarci
con gli altri, che a loro volta difendono gli interessi nazionali.
Non c’è chi non veda che un
mondo di nazionalismi, è un mondo sempre in guerra. Ma le idee del passato non
ci abbandonano mai e si ripresentano continuamente. Sentiamo ancora parlare di
patrie, di razze, di discriminazioni in base al sesso, di aumentare le nascite,
di condannare l’aborto, di eliminare i termini stranieri dalla lingua e di
discriminazioni verso gli immigrati trattati come carne da lavoro… e tutta la
tiritera del fascismo che tanto male ha fatto all’Italia.
Invece di creare un uomo
universale, cittadino del mondo, ci rinchiudiamo in una soffocante prigione.
Pochi si accorgono di questa
deriva. I giovani cantano, ballano, vanno in vacanza, cercano il successo
facile e si drogano… come se non fossero già drogati da tutte queste ideologie
stupide.
La cultura si riduce alle
trasmissioni televisive, ai concerti rock, alla politica (di tanti “inutili
buffoni”, come diceva Battiato), alle gare televisive o allo sport. Si è mai
sentito un dibattito serio sulle religioni, sul Gesù storico o sull’autorità
del Papa?
Si continua a credere ai miti e
non alla realtà. Si crede che l’io e il tempo siano qualcosa di solido e non
delle convenzioni.
In questo modo siamo dei
burattini, delle marionette che ripetono idee e azioni convenzionali, si
limitano a reagire (non ad agire) e vivono vite scontate. Si viene al mondo
solo per lavorare, riprodursi e per dare vita a figli che siano nostre immagini,
rifacciano le nostre stesse cose e pensino come abbiamo pensato noi.
Non si può zittire la mente, con tutte le sue immaginazioni, con tutti i suoi inganni, con tutte le sue illusioni. Anche se ci ritiriamo in una grotta, la mente non ci abbandonerà. Ma, se la osserviamo attentamente e se lasciamo scorrere i suoi pensieri senza identificarci con essi, possiamo acquisire spazi di libertà dalla tirannia dell’io e dalla coscienza condizionata. E possiamo realmente trascenderla.
Questa è la vera trascendenza,
non quella di un Dio in un Iperuranio. Questa è la meditazione che può trovare
la pace e il silenzio, al di là di un mondo sempre in lotta e sempre falso,
capace di ripetersi ma non di fare un balzo rinnovatore.
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