Stare soli, stare fermi, stare
in silenzio e non fare nulla, ma limitarci a osservare il mondo e noi stessi
come oggetti, è difficile, sembra innaturale. Noi dobbiamo sempre pensare e
fare qualcosa. Sembra una condanna. Ma chi ci ha condannato?
Forse c’è un Dio che ci odia. O
siamo noi stessi?
È come se non sopportassimo la
nostra stessa coscienza. Ma come mai, visto che è la coscienza che ci rende
esseri superiori?
Come diceva Pascal, se
riuscissimo a stare quieti in una stanza anche solo per un’ora, sarebbe già un
successo.
Invece, dobbiamo agitarci,
muoverci, pensare, fare esperienze, senza tregua… Siamo posseduti da un demone
interiore che non ci lascia in pace, che è sempre in lotta contro tutti e anche
in se stesso. E dobbiamo sempre stare in compagnia di qualcuno: i familiari, i
parenti, gli amici, gli amanti…
È come se, dopo tanta fatica per
venire alla luce e diventare coscienti, dopo tanto tempo trascorso da non-vivi,
volessimo rifarci divorando la vita. In effetti, la divoriamo. E divoriamo
anche il pianeta che ci ospita.
Purtroppo, mentre noi divoriamo
la vita e il tempo, la vita e il tempo divorano noi. Anche di questo siamo coscienti,
e la nostra fame aumenta anziché diminuire.
E tutto questo caos perché non
riusciamo a stare da soli, ad essere veramente liberi. È una dannazione!
Nelle scuole dovremmo insegnare
ai ragazzi a stare da soli, ad essere autonomi. Ne guadagnerebbe anche la
socialità. Invece facciamo il contrario: spegniamo in loro ogni autenticità,
ogni creatività.
Nessun commento:
Posta un commento