giovedì 27 luglio 2023

L'importanza dell'immateriale

 

Noi siamo convinti che contino solo le cose materiali, invece le cose più importanti sono i nostri pensieri, le nostre idee, i nostri sentimenti, le nostre percezioni, le nostre intuizioni, le nostre speranze, i nostri ricordi, le nostre emozioni… tutte cose che sono immateriali ma di cui viviamo. Sono cose che nessuno vede o tocca, del tutto immateriali, non legate al tempo o allo spazio, non oggettivabili. Nessuno vede la nostra felicità o infelicità, nessuno può sapere che cosa pensiamo o sentiamo, ma per la nostra vita sono “cose” essenziali.

Il fatto è che dal di fuori non sono percepibili, e possono essere percepite solo dall’interno, da chi le prova. Nessuna scienza riesce a oggettivare una sensazione o un pensiero. Solo noi ne siamo consapevoli. Quindi dovremmo dire che solo la coscienza individuale sa veramente che cosa ci succede o proviamo. Nessun altro, nemmeno uno psicologo.

Dunque, la meditazione personale, l’auto-auscultazione, l’auto-analisi, la conoscenza di sé, tutti i processi interiori e immateriali diventano più importanti dei fenomeni oggettivi e verificabili da tutti. Ma nessuno sa cosa succede dentro di te… tranne te stesso – e a volte neanche tu stesso.

Nelle scuole si studia di tutto, ma non a conoscere se stessi. Certo gli eventi fisici influenzano gli eventi mentali, e gli eventi mentali influenzano gli eventi fisici, ma nessuno riesce a vedere il collegamento. Sappiamo solo che esiste e che spesso ci sfugge. Siamo dei perfetti alienati. Raramente ci rendiamo conto di che cosa ci succede dentro e delle vere motivazioni di tante nostre azioni. Ed è per questo che una calma contemplazione del panorama interiore è una pratica importantissima. È una conoscenza di sé, una cura di sé, di cui abbiamo necessità per vivere bene.

Lasciamo pur perdere le tecniche meditative, ma, ogni tanto, mettiamoci tranquilli e in silenzio e osserviamo il nostro mondo interiore, per capire chi siamo, se siamo felici o insoddisfatti, se reagiamo compulsivamente o se siamo più liberi, se siamo condizionati dai desideri o dalle ambizioni, se siamo ancora vivi o già morti.

È la consapevolezza che guida questa investigazione. Non è vero, come diceva Cartesio, che “io sono perché penso”, ma è vero che “io sono perché sono consapevole”, anzi “c’è una consapevolezza cui aggiungo un io”.

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