Le
esperienze di illuminazione o di chiara visione non sono affatto rare. Accadono
a uomini di religione o a laici, e sono esperienze in cui all’improvviso ci si
sente uniti a tutto il modo. Abituati a considerarci individui separati, ci accorgiamo di essere parte integrante con il
tutto. Sono esperienze di totalità, di universalità, di unità e di completezza.
Ma
sono anche diverse, a seconda della profondità. del tempo, della cultura e dell’interpretazione
che si dà loro. In altri termini un’illuminazione avvenuta tremila anni fa è
diversa da quella che avviene oggi. Un’illuminazione avvenuta in un contesto
religioso è diversa da quella avvenuta in un contesto laico. Un’illuminazione
avvenuta in una religione è diversa da quella avvenuta in un’altra religione.
Un’illuminazione avvenuta a una persona semplice e non istruita è diversa da
quella avvenuta a una persona colta.
Il
problema è che, quando si riferisce questa esperienza, si utilizza il
linguaggio e la cultura di appartenenza. Una monaca cristiana dirà, per
esempio, di aver incontrato Gesù o la Madonna, un maestro zen di aver
sperimentato il Vuoto, un musulmano di aver visto il Profeta o Allah, un
induista di aver visto Krishna o Vishnù., uno scienziato di aver visto l’essenza
del cosmo, e così via.
Inoltre
bisogna vedere se lo sviluppo evolutivo dell’individuo è ancora quello
mitico-religioso o razionale. Ognuno tenderà a interpretare l’esperienza in
modo più o meno approfondito. Un religioso dirà di avere visto una figura della
sua religione, un laico razionalista o ecologista dirà di aver capito l’unità
dei viventi.
In
Giappone si usano due parole, kensho e satori, per indicare forse esperienze
diverse, di profondità differenti. Si usa una gran varietà di termini anche nel
buddhismo e nel vedanta.
Ci
si può riferire o a un’esperienza di unità o a un’esperienza dell’essenza. E
anche in quella di unità si può distinguere un’unità in se stessi, con se
stessi, un’unità con Dio o un’unità fra soggetto e oggetto. A questo proposito
dobbiamo anche inserire l’esperienza tantrica fra il maschile e il femminile,
come se l’orgasmo fosse un’illuminazione alla portata di tutti.
Insomma
tutti possiamo avere un’esperienza d’illuminazione.
Nel
nostro paradigma parliamo spesso di un’intensa consapevolezza o dell’esperienza
della presenza mentale, ossia di una testimonianza del nostro essere che rimane
sempre nel presente.
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