La
conoscenza cui ci riferiamo in meditazione non è qualcosa cui si contrappone l’ignoranza,
ma un recedere indietro, un abbracciare complessivamente, un vedere no stessi e
gli altri, con uno sguardo che contempla i giudizi e i pregiudizi, i luoghi
comuni e il pensiero mitologico, e se ne stacca completamente.
In
meditazione ci si siede con questa ampiezza di visione e si vede l’insieme, che
dà una conoscenza intuitiva e sintetica, lontana dalla conoscenza abituale. Non
è la mente il vero soggetto, ma la non-mente, l’altrove della mente logica e
dualistica, l’insieme non mentale che ci compone.
Noi
tutti, pur essendo sé separati, siamo costituiti da elementi comuni – l’aria,
il sole, la luna, le stelle, la terra, l’energia, l’universo… abbiamo dunque un
“aldilà della mente separata” che è in grado di contemplare ed essere il tutto.
Con
questa dobbiamo sederci in meditazione, non con l’altra che è piena di pregiudizi
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